Leggiamo sui giornali e vediamo attraverso le immagini tv che una settantina di militanti, tra cui il sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, il deputato nazionale Francesco Acquaroli, e il coordinatore provinciale del partito Fratell d'Italia, Luigi Capriotti, hanno partecipato ad una cena nostalgica, promossa appunto da Fratelli d’Italia ad Acquasanta Terme, nell’ascolano, nell'occasione del 28 ottobre, per onorare il 97° anniversario della marcia su Roma, l'episodio che condusse poi alla soppressione della democrazia.
Secondo i rappresentanti del Pd di Ascoli Piceno e a quanto riporta il giornale La Repubblica, alla serata, svoltasi nelle sale del ristorante-hotel “Terme”, e presentata con tanto di invito-menù in stile fascista ( “Il 28 ottobre 1922 è un giorno memorabile e indelebile, la storia si rispetta e si commemora”; Camminare e costruire e se necessario combattere e vincere”, foto di Mussolini, fascio littorio e aquila sormontata dal simbolo di FdI), avrebbero partecipato anche i vertici locali del partito di Giorgia Meloni.
Gli stessi che ieri – contestualmente alla presa di distanze da parte della segreteria di FdI (“Noi non ne eravamo a conoscenza”) hanno provato – in modo un po’ acrobatico – a tirarsi fuori.
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Sul presupposto che ogni essere umano ha il diriitto alla libertà e ad una degna vita umana seguiremo, per qualche tempo, un oercorso di riflessione sui diritti umani.
I DIRITTI DELL'UOMO
Secondo la legge fondamentale del nostro Paese, la Costituzione, frutto della guerra di Resistenza e del crollo del Fascismo, la condizione di qualsiasi essere umano è ormai sfociata nella rivendicazione dell'aspettativa di l-i-b-e-r-t-à e di d-i-r-i-t-t-i, individuati e considerati come diritti dell'uomo.
Nello spirito della Costituzione, quelli che individueremo come diritti umani vanno considerati "diritti naturali", spettanti agli esseri umani in quanto individui. Lo Stato non ha altre iniziative da fare se non quelle di doverli "riconoscere"; e così operando deve ammettere che la sovrànità trova un limite nella dignità degli esseri umani.
Verò è che tanti testi di diritto pubblico, in uso nelle scuole ed università del dopo-guerra e magari ancora nei primi anni sessanta del Novecento parlavano di "diritti soggettivi" concessi agli individui dallo Stato democratico nella sua autonoma sovranità, che quindi si auto-limita. Si tratta certo, di un grande balzo in avanti rispetto alla concezione che si aveva dell'uomo nel periodo fascista.
Per chiudere con le visioni post-guerra dell'essere umano -ricordiamo- esiste anche una visione "contrattualistica", secondo cui la definizione degli spazi e dei diritti dell'uomo sono figli di un "contratto", che poi sarebbe la Costituzione repubblicana, fra le forze politiche e sociali dell'antifascismo.
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