Dal 2008 le organizzazioni aderenti alla
Confederazione sindacale internazionale (di ispirazione cristiana) celebrano il 7 ottobre la Giornata mondiale per la dignità del lavoro.
La Chiesa sostiene questa iniziativa.
Questa l'interpretazione:
Coloro che possono riconoscere il
valore e il significato del proprio lavoro e identificarsi con esso e
che possono viverne bene, sono felici e contenti. Ma il lavoro non rende solo
felici. Può anche far ammalare.
Le condizioni politiche e le garanzie del diritto del lavoro devono
assicurare la libertà, l’uguaglianza e la solidarietà nel mondo del lavoro.
Ogni uomo ha diritto di vivere dignitosamente secondo la
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite e la Carta
dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Questo diritto è spesso calpestato: schiavitù
moderna, sfruttamento attraverso varie forme di lavoro precario, lavoro
minorile, discriminazioni contro le donne, migrazini dalle aree povere verso aree sviluppate ecc.
L’ossessione per la crescita, la dipendenza dal consumo e
lo spreco di risorse portano ad un vicolo cieco ecologico. La
disoccupazione diffusa, il lavoro precario e i salari iniqui sono
causa di povertà e miseria. La giustizia è un prerequisito per la pace. E la
pace è un prerequisito per il benessere.
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