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mercoledì 2 ottobre 2019

2 Ottobre

Era il 2 Ottobre 1935 quando in una delle solite adunate Mussolini comunica di avere deciso l'invasione dell'Abissinia: "Con l'Etiopia abbiamo pazientato quarant'anni. Adesso basta!".
I combattimenti tra le forze italiane ed etiopi durarono  sette mesi tra il 1935-1936.

Orrori italiani in Etiopia
L’Etiopia era allora l’unico stato, insieme alla Liberia, ancora indipendente.
Il 2 ottobre 1935 l’Italia dichiarò guerra all’Etiopia.
La Società delle Nazioni,  il 7 ottobre condannò l’attacco italiano e il 18 novembre l’Italia venne colpita da sanzioni economiche.

Fu una guerra terribile che costò la vita a 275.000 soldati etiopi (500.000 furono i feriti), a 4.350 tra soldati e civili italiani e a 3.000/4.500 ascari, indigeni che combattevano con le forze coloniali, (9.000 furono i feriti).

Di fronte a una situazione disperata il 2 maggio 1936 Hailé Selassié abbandonò la guida delle truppe etiopi e la capitale e si recò in esilio con il tesoro della corona, con il quale continuò a finanziare la resistenza all’occupazione italiana fino al 1941.

Il 5 maggio le truppe italiane entrarono nella capitale Addis Abeba e il maresciallo Badoglio telegrafò a Mussolini: "Oggi, 5 maggio alle ore 16.00, alla testa delle truppe vittoriose, sono entrato in Addis Abeba."

Il 7 maggio l’Italia annetté ufficialmente l’Abissinia e il 9 maggio, dal balcone di Palazzo Venezia, Mussolini annunciò la fine della guerra e proclamò la nascita dell’Impero, riservando per Vittorio Emanuele III la carica di imperatore d’Etiopia e per entrambi quella di primo maresciallo dell’impero.
Le atrocità commesse dagli italiani sono contenute in più libri ed in più documenti ufficiali. Vi torneremo.

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