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giovedì 10 ottobre 2019

10 Ottobre

Era il 10 Ottobre 1985 quando un caccia usa intercetta un aereo egiziano con a bordo i dirottatori della nave Achille Lauro e lo forza ad atterrare nella base militare americana di Sigonella, ma in territorio italiano.
Si aprì, allora, una crisi inimmaginabile fra Italia e Usa, due paesi dell'alleanza atlantica, circa la competenza a dover arrestare quei terroristi. Si trattò di una questine di dignità nazionale.

Presidente della Repubblica era Cossiga, Craxi era presidente del Consiglio, Spadolini ministro della Difesa e Andreotti degli Esteri. 
Quando il 737 atterra a Sigonella, scortato dai caccia USA, c’è una novità: volando in formazione  un Lockheed C-141 Starlifter ha a bordo il generale Steiner, capo degli incursori americani. 
Atterrano senza autorizzazione. 
Dalla torre di controllo il generale Ercolano Annichiarico li vede e manda due blindati davanti e dietro il 737 dove stanno gli attentatori, affinché lo guidino nella zona della base a giurisdizione italiana. 
Il piano degli americani che intendevano operare da sè in area usa crolla. 
I militari italiani ed i carabinieri si dispongono in cerchio attorno al 737, armi in pugno. 
Dal C-141 escono i militari americani che invadono la parte di base italiana, circondano i carabinieri e gli puntano i fucili contro. 
Il generale Annichiarico vede la scena e chiama i rinforzi. Arrivano due battaglioni di carabinieri che circondano gli americani.

C'è in gioco la dignità del Paese, che gli Usa intendono trattare come avevano sempre fatto con uno qualunque dei paesi sudamericani, subordinati alla Cia. 
Craxi, sapeva che da quel momento non sarebbe stato più riferimento di prim'ordine del governo Usa. Autorizzò tutte le esigenze di circostanza per far valere la competenza nazionale italiana in territorio italano.
Avere difeso la dignità del Paese gli costò da lì in poi tantissimo sul piano politico e personale, ma questa è un'altra storia ben nota.

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