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venerdì 4 ottobre 2019

Vivere al meglio Contessa

Vivere Contessa
Vivere il territorio

Ci stiamo intrattenendo sul quadro umano, socio-economico della Valle del Belice del dopo distruzione di Entella, prima quindi dell'arrivo sui domini dei Peralta-Cardona degli arbëreshe

Con gli arabi il quadro sociale non potè definirsi splendido, come alcuni storici odierni provano tuttavia a voler dimostrare, e non lo fu per l'assoluta privazione di diritti imposta ai cristiani, come pure per le  continue lotte fra loro capi fazioni che si contesero primati di potere. Quello arabo-mussulmano fu peraltro un periodo in cui le città si spopolarono a vantaggio della campagna.

Abitazione medievale di ciò che erano
i casali nella Sicilia normanno-angioina
Ancora, i normanno-svevi diedero all'isola periodi di relativa pace ma furono essi che imposero ferrei controlli sul territorio, soprattutto nella campagna. 
Con essi fu infatti avviata e portata a termine l'infeudazione di tutte le aree dell'isola, che oltre alle motivazioni prettamente di dominio politico-economico aveva un mandato pure religioso: l'isola che fino ad allora era stata, dal punto di vista ecclesiastico, sotto la giurisdizione di Costantinopoli dovette aderire al cattolicesimo (senza comunque alcun trasferimento di ruolo dal Patriarcato al Papato, ma bloccando tutte le competenze in materia religiosa sotto la diretta giurisdizione dei re normanni).

Molta gente viveva, come sopra detto, sparsa per le campagne in piccoli nuclei aperti, ossia non difesi da mura verso l'esterno. Questi casali erano abitati normalmente da non più di tre, quattro nuclei familari, mai comunque più di otto-dieci nuclei. Sull'attuale territorio di Contessa insistevano l'uno distante dall'altro fino ai primi decenni del milletrecento sei casali, rappresentati da sparuti gruppi di "capanne", situati in luoghi leggermente sopraelevati per poter disporre di una discreta visuale su potenziali minacce esterne.
Gli abitanti erano "villani", gente discendente dagli ormai sconfitti mussulmani, priva di diritti e che passava di proprietà ogni qual volta il "feudo" su cui insisteva veniva ceduto da aristcratici ad altri aristcratici. Gente abbrutita per le disagevoli condizioni di vita, il cui destino era di provare a sopravvivere.
Come abbiamo riportato su precedenti testi le abitazioni consistevano in semplici pagliai, piccole capanne costruite con pietre a secco e coperti con tetti rivestiti da rami di alberi.
Dove erano ubicati questi casali che comunque all'arrivo degli arbëreshe risultavano estinti da oltre un secolo e mezzo o forse da due ?
- nelle adiacenze dell'attuale Contessa, lungo la trazzera che da Calatamauro conduceva a Batellaro di sopra (più o meno in c.da Musiche?). Ed era il casale Comitissae.
- nell'area Scirotta-pendici di Calatamauro.
- in un angolo sul pianoro della già città di Entella.
- Ancora. Un nucleo di eremiti bizantini conviveva nell'area dove in seguito sorgerà l'attuale Abazia di Santa Maria.

Già in tempo angioino cominciano a sorgere le "Terre", che oggi chiameremmo paesi, realtà umane con qualche migliaio di abitanti, appartenenti ai feudatari che cominciano su questa scia a ergersi a modo di sovrani entro i territori di pertinenza. Situazione signrile che si accentuerà con gli Aragonesi, che non li chiameranno più "terre" bensì "Università" all'interno delle quali istituiranno sia il governo sulla popolazione che la gestione patrimoniale-economica del feudo.
Quando verrà fondata Contessa (metà del XV secolo) non si parlerà più  di "terra" infatti, bensì di Università (o di "Stato) di Contessa" sotto la regia dei baroni Peralta-Cardona.
Nonostante quella  sul finire del XV secolo sarà già età moderna (scopertà dell'America,  affermazione del Rinascimento ...) nel 1520 Contessa nascerà ancora in un contesto istituzionale medievale i cui effetti socio-economici si protranno fino al 1952, anno della Riforma agraria.
Ma questo è un altro discorso. 

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