Dissesto idro-geologico
Terremoti
Alluvioni
...
Ad ogni alluvione, ad ogni allagamento dei centri abitati
scoppia inevitabilmente la polemica, «il
sistema ha funzionato, ma non abbiamo il potere di far smettere di piovere. Né
possiamo chiudere mille chilometri di strade: servirebbe l'esercito», si sfoga
Antonino Melara, capo della Protezione Civile in Toscana, riferendosi ai
recentissimi allagamenti.
Non c’è dubbio che nel terzo millennio la domanda di sicurezza cresce e non può
essere affidata all’improvvisazione come
avverrebbe nelle nostre parti, dove i Piani di Protezione delle emergenze, di tutte le emergenze mancano e la popolazione non ha mai
ricevuto istruzioni su come comportarsi nell'evenienza.
Oggi l'offerta di protezione civile non si riesce,
dalle notizie che leggiamo ogni giorno, a soddisfarla e pertanto non si fa altro che generare nella gente inquietudini.
La Protezione Civile in
Italia è un'organizzazione più che complessa.
Al governo spettano
le linee guida generali, emanate nel
2004. Alle Regioni spetta la gestione.
A distanza di dieci
anni però quattro Regioni (Friuli
Venezia Giulia, Basilicata, Sicilia e Sardegna) non si sono ancora adeguate ed
il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli l'ha denunciato alla
magistratura.
Dissesto idro-geologico |
Ogni Regione si organizza autonomamente. Così abbiamo venti
sistemi operativi diversi. Questo produce parecchi effetti paradossali.
Per grandi linee questo è il procedimento:
a)
Il consorzio meteo fornisce le previsione alla
Regione, che elabora gli avvisi di allerta e li comunica alla sala operativa
della protezione civile, che avvisa le Province, che avvisano i Comuni, che
avvisano volontari e corpi di pronto intervento.
b)
Tutto avviene via fax, ma con una reperibilità
telefonica per evitare casi come quelli in Sardegna nel 2008 (un funzionario a
fine turno lasciò l'ufficio senza attendere la conferma di ricezione del fax di
allerta, l'indomani ci furono quattro morti) e nel 2013 (fax inviato nel
pomeriggio di domenica, a municipi chiusi, cui seguirono diciassette morti).
c)
Se tutto ha funzionato, la palla passa al
sindaco. A lui spetta prendere le decisioni operative e comunicarle ai
cittadini. Le decisioni si prendono sulla base dei piani obbligatori per legge.
Secondo Legambiente, l'84% dei Comuni dispone di un piano, ma solo il
54% l'ha aggiornato. E solo un Comune su tre informa i cittadini sui rischi o
svolge esercitazioni. Avere piani vecchi e non conosciuti equivale a non averli.
Quei sindaci che non varano e/o non pubblicano i "piani" non violano solamente la legge; per essi si impone una questione sociale e di cultura, perchè pensano che si tratti di questione di opere o di allerta.
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