«La formazione professionale in Sicilia dal 2002 al 2012 è
stata un’immensa tabella H, che ha coinvolto gran parte del sistema politico
siciliano nel gioco parassitario delle spartizioni tra partiti e all’interno
dei partiti, del numero di corsi e delle ore da assegnare, con vicende al
limite del voto di scambio quando in prossimità di elezioni si aumentavano le
ore di specifici enti che dovevano servire a portare voti a consiglieri
comunali, provinciali e deputati regionali».
«Un sistema che ha visto quasi
triplicare i dipendenti da 3000 a 8000 per arrivare ad assunzioni avvenute in
pieno divieto di legge, anche in occasione delle recenti elezioni del 2013.
Questo sistema ha visto incrementare sempre più il budget della formazione
professionale, che in alcuni momenti è arrivato a 500 milioni di euro l’anno.
La politica abbia il coraggio di dire queste cose, sappia parlare dei tavoli in
cui i capigruppo si vedevano con esponenti del governo per spartirsi i corsi,
come avveniva esattamente con la tabella H; un tavolo di concertazione
scellerato pagato dalla Regione e dal popolo siciliano, che ha ridotto sul
lastrico quei lavoratori che oggi vengono incitati alla lotta contro le scelte
del Governo».
ANGELO PANEBIANCO, editorialista del Corriere della Sera
L’Italia di Matteo Renzi, come si è visto a Milano al vertice dell’Asem,
sta facendo di tutto per ricucire i rapporti fra la Russia e l’Unione Europea.
È la posizione dell’attuale premier ma è anche quella di Silvio Berlusconi,
grande amico di Putin, convinto fautore della cooperazione con la Russia e, fin
dall’inizio della crisi, contrario ad atteggiamenti troppo punitivi verso i
russi per la questione ucraina. Questa convergenza di fatto non è il frutto del
patto del Nazareno. È piuttosto l’effetto della consapevolezza, comune a quasi
tutti i protagonisti della politica italiana, della fragilità della nostra
posizione internazionale, e della convinzione che - si tratti di energia o di
relazioni commerciali - l’Italia ha un disperato bisogno di vedere normalizzati
al più presto i rapporti fra Russia e Unione. In tema di Russia, insomma, c’è,
in Italia, una certa convergenza di vedute su dove stia l’interesse nazionale.
ROBERTO RUSCELLO, gip nel procedimento che investe pure la giunta regionale di Chiamparino (Piemonte)
I rimborsi vanno alle attività del gruppo “inteso quale entità
collettiva distinta dai singoli consiglieri” e devono servire “per lo svolgimento delle funzioni
istituzionali dei gruppi” e non dei singoli: “Non qualsiasi
attività intrapresa può pertanto costituire la fonte di una spesa legittima, ma
solo un’attività che abbia un preciso nesso funzionale con i lavori del
Consiglio”. Vanno bene pure le “iniziative assunte dai gruppi anche al di fuori
delle attività strettamente consiliare”, basta che abbiano un “carattere
strumentale” alla “produzione normativa”.
Tutto il resto è fuori. Se la legge
regionale del 1972 consente l’acquisto di libri e riviste, il gip precisa che
sarebbe diverso acquistare “una preziosa collezione di libri antichi” o “una
pregiata raccolta di fumetti” perché nulla hanno a che fare con i lavori dei
consigli regionali. Lo stesso vale per “il pagamento di consulenze o
collaborazioni professionali relative a materie del tutto
avulse da quelle almeno potenzialmente interessate dalla produzione legislativa
regionale”. Per gli incontri sul territorio e il materiale informativo tutto
deve essere ricondotto a un’attività del gruppo e non a quella del singolo
consigliere che lavora “nell’ottica del mantenimento dei propri rapporti
individuali con gli elettori di riferimento”. Insomma,
niente spot per sé.
Per il cibo c’è
un capitolo a sé stante perché in questo caso “gli importi percepiti dai
consiglieri regionali” sono “particolarmente elevati” e costituiscono “la
componente di assoluta maggioranza del budget” di cui hanno beneficiato gli
indagati. “Caffè, bevande e generi alimentari vari” vanno escluse nelle
attività istituzionali perché “contribuiscono unicamente al sostentamento e/o
al benessere personale”. Se un consigliere è in missione, o se deve procurarsi
dei tramezzini per una riunione con gli altri, non può farseli rimborsare come
“attività istituzionale” perché sono spese già coperte dalle
indennità di servizio.
Inoltre fare pranzi e cene per discutere di leggi non può essere considerato
come un’attività del gruppo perché “l’unica finalizzazione di tali condotte
consiste nel soddisfacimento dei bisogni primari legati”: “Tali occasioni
conviviali” danno solo “un maggiore benessere ai commensali presenti”.
(rappresentazione de Il Fatto Quotidiano)
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