Verso un mondo diverso.
Come leggere la Storia
Panoramica
Talvolta ci viene chiesto quale sia il contenuto, l'oggetto, del Blog.
Dopo un attimo, attimo necessario a fare mentalmente la rassegna veloce di cosa ci siamo occupati in cinque anni di operosità, rispondiamo che tentiamo di descrivere la vita del presente raccordandola sia con ciò che l'ha prodotta e germinata nel passato e sia con la proiezione verso cui ci sembra voglia approdare.
La Storia è per noi una chiave di lettura del presente, ecco perchè ci soffermiamo molto su di essa.
Ci soffermeremo, alla luce di quanto abbiamo voluto premettere, per qualche tempo, a descrivere i nodi e gli snodi del cosiddetto secolo breve, il Novecento.
Non ci atterremo al calendario. Parecchi aspetti che caratterizzarono gli anni che vanno dal 1900 al 1914 possono infatti essere considerati la continuazione delle tendenze del XIX secolo.
I primi quattordici anni del Novecento recano infatti le medesime impronte dell'Ottocento:
-i paesi industrializzati sono ancora relativamente poco numerosi,
-i progressi nel comparto tecnologico continuarono a ulteriormente stratificare a più livelli le società dell'Occidente,
-nella stragrande maggioranza dei paesi esterni all'Occidente non esiste alcuno sviluppo economico e la maggior parte del pianeta è dedito all'agricoltura e alle manifatture tradizionali. La Sicilia pur facendo parte dell'Occidente era (ed è ?) assimilabile al resto del mondo.
-l'ordine politico del mondo, in questo contesto, è caratterizzato dal colonialismo, l'imperialismo e la sussistenza di entità statuali multietniche (Austro-Ungheria, Russia, Ottomani etc.).
Accogliendo come punti fermi quelli ora elencati ci spieghiamo il perchè il Novecento (=il secolo breve) lo si fa decorrere -dal punto di vista storico- dal primo dopoguerra, dopo le ultime battaglie dell'assurda guerra del 1914-1918.
Da allora i problemi economici e sociali e gli orientamenti politici che poi si manifesteranno lungo l'intero XX secolo iniziano lentamente e pure disordinatamente ad emergere, dopo la firma dei trattati di
Versailes
Saint-Germain,
Trianon
Neuilly
Sèvres.
L'Europa aveva dilapidato in quattro anni di guerra tutte le sue risorse, divorato le riserve e si era indebitata per pagare bombe, fucili e mitragliatrici, aveva perso definitivamente il dominio, fino ad allora incontrastato, dell'economia mondiale. Da creditrice nei confronti del mondo divenne debitrice, sprattutto nei confronti degli Stati Uniti d'America, che si ritrovarono al primo posto dell'economia mondiale.
Spettò a questa nuova realtà statuale dettare le linee guida entro cui i trattati di pace dovevano essere collocati. Thomas Woodrow Wilson, presidente degli Usa, non volle i soliti trattati che sancivano nuove dinastie monarchiche, espansioni e ridefinizioni di confinii, che pure ci furono, ma puntò all'erezione di forze morali e spirituali dei diversi paesi per dare vita ad una organizzazione collettiva e permanente finalizzata a mantenere, per il futuro, la pace. Nacque così la Società delle Nazioni, embrione di ciò che in seguito (dopo il secondo conflitto mondiale) sarà l'Onu.
Al seguito di questa iniziativa che riguardava l'intero globo seguirono tante altre imitazioni non di stampo socio-economico-politico. Iniziative mondiali di cooperazione intellettuale, dal coordinamento delle biblioteche scientifiche ai diritti d'autore, alla preservazione dei beni culturali-architettonici all'elenco delle maggiori opere musicali di ogni paese.
Nel mondo si cominciò per la prima volta ad immaginare i benefici dell'operare (co-operare) a rete, in rete.
Riflessioni
Tratteggiare queste semplici circostanze a tanti lettori potrànno sembrare cose da nulla. Invece da quelle piccole, semplici intuizioni del presidente Wilson ... oggi siamo pervenuti al mondo globalizzato.
Verosimilmente esisterà fra qualche secolo un mondo dove non esisteranno le cittadinanze legate alla nascita e/o permanenza su un territorio. Esisterà la cittadinanza unica dell'essere umano, del cittadino del mondo.
Già oggi siamo sempre meno cittadini italiani e sempre più cittadini europei.
Ci danno sensazioni di miseria culturale le manifestazioni leghiste contro i non padani. Sanno di un mondo vecchio, chiuso, privo di orizzonti lontani.
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