Abbiamo tentato di delineare nelle precedenti puntate di questo itinerario sulla alimentazione contessiota e siciliana il concetto che "la cucina è cultura", è Storia, è Tradizione.
Accanto a questi concetti, in Sicilia, va associata una interpretazione ulteriore: nell'isola il cibo non è solamente un alimento fisiologico, è anche e soprattutto un piacere.
Nei tempi del primo Novecento quando non a tutti i contadini era consentito ogni giorno di sedere a tavola per pranzare o cenare in quanto ricorrentemente c'era "nulla" da mettere sotto i denti, le nostre nonne tenevano comunque e sempre ben nascosta una bottiglia di "marsala" da tirare fuori nelle grandi occasioni, costituiva la carezza da somministrare a casa per le grandi feste (8 settembre, Natale, Pasqua).
Sempre, in quei primi anni del Novecento non c'era casa di ricchi o di poveri che non onorasse Santa Lucia (13 dicembre) con la "cuccìa", il Natale con la gucciddata (in versione locale: pupi cu ficu) e San Giuseppe (19 marzo) con i pani caratteristici. Per la festa di San Giuseppe era abituale fra l'altro preparare in casa le "sfinge".
La memoria dei nostri anziani assicura che sia nei tempi bui che in quelli meno bui in Sicilia tutte le ricorrenze laiche o religiose, i matrimoni, i battesimi e le liti fra parenti ed amici sempre si concludevano con una bella e partecipata mangiata.
A Contessa, ed in tutte le casa di Sicilia, la cucina è uno degli ambienti più intimi dell'abitazione ed i suoi odori hanno peraltro sempre scandito il tempo della gente.
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Dopo esserci dilungati in premesse e descrizioni del contesto entro cui collocheremo i "sapori ed i profumi" della cucina contessiota e non, procederemo in prosieguo con la presentazione di una serie di ricette che la tradizione locale ha custodito, frutto della saggezza delle nostre nonne. E' scontato che su una pietanza esistono più versioni; spetta alla bravura di ciascun cuoco trasformare le indicazioni in "autentiche".
Come scritto nel numero 1 di questa serie daremo la precedenza alle ricette di origine contadina.
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