In questa ferma ciclicità della vita, tra le piccole cose che mi
sostengono c'è il nascere, il morire e il rinascere dei fiori
FRANCO GABRIELLI, capo della Protezione Civile
«Vi sono responsabilità diffuse, non solo di chi ha sbagliato la previsione meteo»
«Si sospendano per 10 anni in tutt’Italia le nuove edificazioni, si punti sulla messa in sicurezza dei nostri territori e sulla riqualificazione dell’esistente».
CORRADINO MINEO, senatore pd
Al terzo giorno -solo al terzo- Ezio Mauro oggi deciso di aprire
Repubblica con le notizie dall’alluvione: “La rivolta di Genova. ‘Via il
sindaco’. Renzi, vi aiuteremo”. All’interno Gad Lerner e Adriano Sofri scrivono
cose interessanti. In prima pagina la foto dei ragazzi che spalano è bella
quanto sono belli loro. Bisogna però ricordare che 4 giovani con meno di 35
anni su 10 sono senza lavoro. Che gli stipendi per chi trova impiego ristagnano
“appena sopra gli 800 duri”. Che solo il 16,4% dei nati tra l’80 e l’84 “ha
migliorato, con la laurea, la condizione di provenienza”, Il 29,5% ha invece
“sperimentato una mobilità discendente rispetto alla famiglia di origine”.I
laureati, poi, sono il 20,3% contro una media europea del 34,6. Chi può
va all’estero.Cifre del Sole24Ore.
Questi sono “gli angeli del fango”.
GINO PAGLIUCA, giornalista
Ancora tre giorni per pagare la prima rata della Tasi (Tassa sui servizi indivisibili): l’appuntamento di giovedì 16 ottobre riguarda i possessori di immobili nei comuni che hanno deliberato le aliquote tra la fine di maggio e il 10 settembre. Dove il comune aveva deciso entro maggio la prima rata è già stata pagata (la scadenza quasi ovunque era quella del 16 giugno). Nei 659 comuni che non hanno deliberato entro il 10 settembre il tributo si pagherà con l’aliquota 0,1% in unica soluzione entro il 16 dicembre, data in cui in tutta Italia dovrà comunque avvenire il saldo.
Tra i comuni interessati ci sono undici capoluoghi di regione e tra questi Roma e Milano.
Tra i comuni interessati ci sono undici capoluoghi di regione e tra questi Roma e Milano.
ANGELO PANEBIANCO, editorialista del Corriere della Sera
Quanto può valere, in termini
di reclutamento di altri combattenti in tutto il mondo, oltre che di nuovi
simpatizzanti per la «causa» (la guerra santa), la sempre più probabile caduta
di Kobane nelle mani dello Stato islamico? Kobane, la città curda assediata (e
già in gran parte conquistata dal Califfo) i cui abitanti combattono per
sfuggire a morte certa, sta diventando una prova dell’impotenza occidentale. Le
analogie storiche funzionano solo in parte ma la battaglia di Kobane sta
assumendo un rilievo simbolico che ricorda quello di battaglie decisive in
certe guerre del passato. Come Stalingrado. I curdi ce l’hanno soprattutto con
il presidente turco Erdogan che non muove i carri armati, né permette ai curdi
di attraversare il confine con la Siria per andare a salvare gli abitanti di
Kobane. Ma la tragedia della città è, prima di tutto, il frutto degli errori
degli occidentali, della loro passività, durata troppo a lungo, di fronte alla
nascita e alle vittorie del Califfato. I bombardamenti americani hanno
rallentato l’avanzata dei jihadisti ma, secondo lo stesso Pentagono, non
basteranno né a salvare Kobane né a bloccare l’ulteriore espansione dello Stato
islamico. Per fare quel lavoro occorrono le truppe di terra. Esattamente ciò
che Obama non è disposto a impegnare.
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