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sabato 11 ottobre 2014

PROCESSIONE DELLA MADONNA DELLA FAVARA: origine ed evoluzione ... ... di Calogero Raviotta

Il momento più significativo della festa è caratterizzato dalla processione, che si svolge dal 1660, quando il vescovo di Girgenti autorizza la celebrazione solenne della festa dell'otto settembre  e  la processione per tutto il paese con la statua della Madonna della Favara, scolpita nel 1652 da Benedetto Marabitti.
Per completare la descrizione dei vari momenti e aspetti della festa dell'otto settembre a Contessa,  cui sono dedicati alcuni blog precedenti, è opportuno far conoscere anche i documenti, ecclesiastici e civili, che offrono utili elementi per rispondere alla domanda "Perché la festa della Madonna della Favara è celebrata dal clero greco?". Per rispondere a questo interrogativo, manifestato sia in occasione della festa sia in altre circostanze non solo da alcuni contessioti ma anche da occasionali visitatori, di seguito sono riportati documenti originali e considerazioni utili a tal scopo.
Come è noto la cappella della Madonna della Favara fu costruita per custodire l'immagina della Madonna trovata in contrada Muzgat, nelle vicinanze della sorgente o torrente Favara (blog del: 20 gennaio, Motra Paola e Muzgat; 18 febbraio, Madonna Favara Odigitria; 28 marzo, Chiesa Madonna Favara: costruzione, restauro e ampliamento).
I devoti della Madonna costituirono una Confraternita con sede in questa piccola cappella rurale, istituzione ufficialmente riconosciuta dal vescovo di Girgenti, che ne approva anche lo statuto, come risulta dal testo estratto dal decreto vescovile del primo agosto 1603 "Capitoli della venerabile Compagnia della Madonna della Grazia, nominata della Favara nella terra della Contessa".
Lo statuto stabilisce diritti e doveri dei congregati oltre che gli scopi, l'attività, l'organizzazione ed il funzionamento della Compagnia. Il testo integrale del decreto è riportato (allegato X) dallo storico Atanasio Schirò nella suo volume "Memorie storiche intorno alle origini e vicende di Contessa Entellina" (Estratto dalla Sicilia Sacra, Palermo, Stab. Tip. Fratelli Nobile, 1902).
Quanto sopra brevemente richiamato costituisce la premessa per comprendere quanto stabilito successivamente in merito alla processione, col decreto vescovile, il cui testo è integralmente riportato di seguito.

"Bolla vescovile del 18 agosto 1660 che autorizza la solenne processione dell’immagine della Madonna l’otto settembre a Contessa.

“Franciscus Episcopus, Nos D. Prospero Napolis Vicarius Generalis,
Dilectissimis Nobis in Cristo filiis Rectoribus Venerabilis Ecclesiae Sanctae Virginis Mariae Gratiarum della Favara Terrae Comitissae salutem.
Siamo stati supplicati e per Noi provvisto come siegue:
Ecc.mo e Rev.mo Signore. Li rettori ed altri devoti della Venerabile Chiesa di Nostra Signora delle Grazie, decta della Favara, della Terra di Contessa, esponino a V. E. che essendo solito ogni anno all’otto di settembre celebrarsi la Festività di detta Nostra Signora, la sera di detto giorno si ha fatto la processione conducendosi la miracolosa et Santa Immagine et così desiderano continuare  ogni anno in pepetuum et non ponnu farlo senza la licenza e ordine di V. E., umilmente supplicano resti servita concederci la così  solennizzarsi ogni anno detta Festa come infatti la processione di detta Sacra Santa Immagine di nostra Signora sempre Vergine, che il tutto bramano dalla sua benigna mano gratis.
Agrigenti die 18 augusti 1660.

Ex parte Ecc. mi et Rev. mi Domini Episcopi Agrigentini fuit provisum et mandatum quod S. T. D.r D. Joseph Labiso assessor videat et referat. Or da facta relatione predicta S. E. Reverendissima providet et mandat quod concedatur licentia et espediantur Bullae. Per esecuzione della quale nostra preinserta provista a Voi Rettori et altri devoti della Venerabile Chiesa di Nostra Signora della Gratia detta della Favara della Terra della Contessa supplicanti concediamo licenza et facultà di solennizzare ogni anno in pepetuum la festa di detta nostra Signora  all’8 settembre, giorno che si have per il passato solennizzato con potersi fare la processione e condursi l’immagine nel preinserto memoriale expressata per detta terra.
Comandando a codesto Rev. Arciprete et Clero che vogliano loro intervenire a detta processione, sotto pena a noi ben vista et parimenti al Rev. Vicario ed altri ministri nostri sudditi che tanto vogliano fare eseguire et osservare senza darli impedimento né molestia alcuna per quanto la gratia di monsignor Eccellentissimo stimano cara et sotto pena di onze 50 per ogni contravventore applicanda in opere pie.
Datum Agrigenti in Episcopali Palatio die 18 augusti 1660.
D. Prosperus Napoli Vic. Gen. 
D. Ioseph Labiso Assessor.
D. Petrus Plazza Magister Notarius.”

Da una attenta lettura del decreto, in particolare delle frasi sottolineate, emerge chiaramente:
* La festa dell'otto settembre era celebrata dai devoti della Compagnia anche con la processione già prima che fosse autorizzata col decreto del vescovo. La  richiesta dell'autorizzazione fa supporre che questa celebrazione originariamente fosse limitata agli aderenti alla Confraternita e che, essendo la cappella fuori dal centro abitato, la processione si svolgesse solo nei sentieri vicini alla chiesetta, attorno alla quale non si era ancora formato un nuovo quartiere. Dall'analisi della toponomastica riportata nei riveli di Contessa (censimenti periodici per il pagamento delle tasse) emerge che nel secolo XVII comincia a formarsi il quartiere Favara o Fontana (rivelo del 1623) e solamente nel rivelo del 1714 è citato per la prima volta il quartiere Madonna della Favara o Chiesa Latina o Parrocchia Latina.
* La richiesta dei Rettori e dei devoti della Compagnia è motivata pertanto sia dall'esigenza di far partecipare alla festa dell'otto settembre tutta la comunità del casale di Contessa (processione per le vie del casale), essendosi sviluppato anche un quartiere attorno alla cappella della Madonna, sia di ottenere  la partecipazione ufficiale dell'arciprete e del clero (le funzioni religiose prima erano celebrate dal cappellano della Confraternita).
* L'autorizzazione del vescovo è concessa ai Rettori e devoti, che l'avevano chiesta, quindi alla Compagnia, cui appartiene la cappella, ma l'incarico di presiedere la processione è data all'autorità ecclesiastica del casale "….Comandando a codesto Rev. Arciprete et Clero che vogliano loro intervenire a detta processione,…" e nel 1603 l'arciprete era il parroco greco, perché non c'era ancora né parroco né parrocchia latina, istituita nel 1698, quasi un secolo dopo, con decreto vescovile, di cui viene riportato di seguito il testo integrale.

Noi Arcivescovo fr.  D.  Francesco Ramirez dell’Ordine dei predicatori, per grazia di Dio e della Santa Sede Apostolica Vescovo di Girgenti, consigliere
- omissis -
Trovandoci in corso di visita in questa terra di Contessa abbiamo notato essere amministrati i sacramenti indiscriminatamente per gli abitanti di rito Latino e Greco. Nella stessa medesima chiesa e nel medesimo Tabernacolo essere conservato per l’uno e l’altro clero il Sacramento dell’Eucaristia in azzimo e fermentato, dal che avviene che i latini ricevono per lo più l’Eucaristia sotto entrambe le specie. Come spesso essere avvenuto, abbiamo saputo da relazioni degne di fede, che passino al Rito greco impunemente contra la disposizione della Santa Memoria di Clemente VIII: infatti dai Cappellani Curati designati per ciascun rito non si distinguono quali sono le pecorelle del proprio Rito. Al quale male dannoso alle anime volendo rimediare a toglierlo del tutto, abbiamo stabilito e decretato, come in vigore della presente, per l’autorità conferitaci dalla Sacra Congregazione concistoriale e dai Sacri Canoni, nel miglior modo, stabiliamo e decretiamo che per l’amministrazione dei Sacramenti secondo il Rito Latino sia destinata una particolare e separata Parrocchia. E poichè molto sia dei Greci che dei Latini si sono offerti di edificare una nuova chiesa per tale scopo intanto, fino alla edificazione di essa, abbiamo destinato e scelto e destiniamo e scegliamo per la predetta amministrazione dei Sacramenti secondo il Rito Latino e per i fedeli di Rito Latino di questa Terra la Venerabile chiesa di S. Maria delle Grazie, ossia come (dicesi) volgarmente  della Madonna della Favara, che costituiamo in Parrocchia dei Latini, unicamente per l’amministrazione dei Sacramenti da parte del Cappellano Curato dei Latini, né può trasportarsi il S.S. Sacramento dell’Eucaristia per i fedeli Latini di lì in altra chiesa senza nostra espressa sicura rimanendo per i Greci la medesima chiesa nella quale fino ad ora sono stati amministrati i Sacramenti del loro Cappellano Curato. Con questo tuttavia che nell’una o l’altra chiesa possano celebrarsi le Messe dai Sacerdoti Greci o Latini, come si è osservato fin’ora. Però le funzioni, che sono proprie di ciascun Rito e Chiesa, siano compiute soltanto rispettivamente dai propri cappellani Curati, alle quali, se è invitato il Cappellano Curato di un altro Rito, deve avere la precedenza per urbanità sull’altro cappellano nella cui chiesa si compiono le funzioni.
Solamente nel giorno del Sabato Santo non è lecito suonare le campane nella chiesa dei Latini prima che siano suonate nella chiesa dei Greci.
Appena poi si compie la Chiesa per i Latini nella quale si giudicherà conveniente conservarsi l’Eucarestia per la costruzione di quella Parrocchia dei Latini provvederemo opportunamente e la Chiesa di S. Maria delle Grazie rimarrà nel medesimo stato, nel quale l’abbiamo trovato prima di erigerla a Parrocchia dei Latini; senza pregiudizio per i Sacerdoti Grechi e Latini; quanto alle funzioni da compiersi in essa. Pertanto acciò la predetta divisione delle chiese per la retta e salutare osservanza dell’uno e dell’altro Rito appaia nel futuro e si osservi in perpetuo; abbiamo scritto il presente decreto in Contessa nel corso della visita il nove Dicembre 1698.
Don Francesco Ramirez Arcivescovo - Vescovo di Girgenti.”

Sono stati sottolineati i punti più significativi del decreto, evidenziando in particolare che, per le funzioni celebrate secondo la tradizione nella chiesa della Madonna della Favara, la costituzione della parrocchia latina non avrebbe determinato alcun "pregiudizio per i Sacerdoti grechi e latini".
Con la costituzione della parrocchia latina quindi l'arciprete della chiesa greca continuerà a celebrare la festa dell'otto settembre non essendo prevista alcuna attribuzione alla parrocchia o al parroco latino in merito alla festa della Madonna della Favara.
Negli archivi delle due parrocchie e delle Curie vescovili di Agrigento, Monreale e Piana degli Albanesi non sono documentati, fino ai primi decenni del 1700, contrasti tra  “greci” e  “latini” di Contessa, né tra i fedeli né tra il clero dei due riti. Nei primi due secoli di convivenza tra “greci” e “latini” a Contessa si respira una atmosfera di dialogo, che comincia a venir meno dopo la costituzione della parrocchia latina. I primi contrasti iniziano a manifestarsi  tra il clero dei due riti, principalmente per l’uso della chiesa della Madonna della Favara.  Per porre fine a questi contrasti il vescovo di Agrigento, sollecita ed approva un Accordium, che precisa i diritti pertinenti a ciascuna parrocchia. Il sei settembre 1754  viene infatti sottoscritto dal clero di rito latino e dal clero di rito greco, presso il notaio don Salvatore Schirò di Contessa, la nota Transazione, che precisa per iscritto, e dettagliatamente, i diritti spettanti a ciascuna delle parti, secondo la prassi seguita dai due cleri e, in generale, richiamata nel decreto di istituzione della parrocchia latina del 1698. Nell’Accordium i due cleri convengono e sottoscrivono, tra l’altro (qualche punto è decaduto da tempo), quanto di seguito riportato  ed estratto da un manoscritto conservato presso l’archivio della chiesa greca di Contessa:

-    "primo che tutte le antiche  e principali giurisdizioni della Matrice chiesa greca, di cui é filiale l’accomodata parrocchia dei latini,  si osservassero intatte;
-    secondo che i latini ratificavano qualmente la chiesa della SS. Vergine della Favara era “de jure proprio” dei greci; e che ai latini permettevano il solo uso della chiesa a loro accomodata, finché fabricassero questi un proprio loro tempio;
-    terzo, che in esecuzione di questo accordo i greci ogni anno dovessero solennizzare, essi, la quindicina dell’Assunta sino al quindici di agosto in sudetta accomodata chiesa;
-    quarto, pel medesimo fine, nel condurre ogni anno la sacra Bolla della Crociata, il parroco greco uscendo dalla matrice in processione avesse ad entrare nella sudetta accomodata chiesa ed ivi celebrarvi messa cantata solenne e farvi la spiega d’essa Bolla;
-    quinto finalmente, che la festa della nascita di Maria agli otto di settembre, ogni anno, la solennizzassero, con vespero, messa cantata e processione, i greci ed in caso che il parroco greco non avesse comodo di intervenire, allora dovesse egli destinare a qualsivoglia del clero greco per supplire le veci del parroco greco nelle sudette processioni; e se mai il parroco latino si volesse intervenire nella sudetta processione, col clero, sta in sua libertà……..”
 Calogero Raviotta

(Processione otto settembre: orgine ed evoluzione I - continua)

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