Il momento più significativo
della festa è caratterizzato dalla processione, che si svolge dal 1660, quando il
vescovo di Girgenti autorizza la celebrazione solenne della festa dell'otto
settembre e la processione per tutto il paese con la
statua della Madonna della Favara, scolpita nel 1652 da Benedetto Marabitti.
Per
completare la descrizione dei vari momenti e aspetti della festa dell'otto
settembre a Contessa, cui sono dedicati
alcuni blog precedenti, è opportuno far conoscere anche i documenti,
ecclesiastici e civili, che offrono utili elementi per rispondere alla domanda
"Perché la festa della Madonna della
Favara è celebrata dal clero greco?". Per
rispondere a questo interrogativo, manifestato sia in occasione della festa sia
in altre circostanze non solo da alcuni contessioti ma anche da occasionali
visitatori, di seguito sono riportati documenti originali e considerazioni
utili a tal scopo.
Come
è noto la cappella della Madonna della Favara
fu costruita per custodire l'immagina della Madonna trovata in contrada
Muzgat, nelle vicinanze della sorgente o torrente Favara (blog del: 20 gennaio,
Motra Paola e Muzgat; 18 febbraio, Madonna Favara Odigitria; 28 marzo, Chiesa Madonna Favara: costruzione, restauro e
ampliamento).
I
devoti della Madonna costituirono una Confraternita con sede in questa piccola cappella
rurale, istituzione ufficialmente riconosciuta dal vescovo di Girgenti, che ne
approva anche lo statuto, come risulta dal testo estratto dal decreto vescovile
del primo agosto 1603 "Capitoli della venerabile Compagnia della Madonna
della Grazia, nominata della Favara nella terra della Contessa".
Lo
statuto stabilisce diritti e doveri dei congregati oltre che gli scopi,
l'attività, l'organizzazione ed il funzionamento della Compagnia. Il testo
integrale del decreto è riportato (allegato X) dallo storico Atanasio Schirò
nella suo volume "Memorie storiche intorno alle origini e vicende di
Contessa Entellina" (Estratto dalla Sicilia Sacra, Palermo, Stab. Tip.
Fratelli Nobile, 1902).
Quanto
sopra brevemente richiamato costituisce la premessa per comprendere quanto
stabilito successivamente in merito alla processione, col decreto vescovile, il
cui testo è integralmente riportato di seguito.
"Bolla
vescovile del 18 agosto 1660 che autorizza la solenne processione dell’immagine
della Madonna l’otto settembre a Contessa.
“Franciscus Episcopus, Nos D. Prospero
Napolis Vicarius Generalis,
Dilectissimis Nobis in Cristo filiis
Rectoribus Venerabilis Ecclesiae Sanctae Virginis Mariae Gratiarum della Favara
Terrae Comitissae salutem.
Siamo stati supplicati e per Noi
provvisto come siegue:
Ecc.mo e Rev.mo Signore. Li rettori
ed altri devoti della Venerabile Chiesa di Nostra Signora delle Grazie,
decta della Favara, della Terra di Contessa, esponino a V. E. che essendo
solito ogni anno all’otto di settembre celebrarsi la Festività di detta Nostra
Signora, la sera di detto giorno si ha fatto la processione conducendosi la
miracolosa et Santa Immagine et così desiderano continuare ogni anno in pepetuum et non ponnu farlo
senza la licenza e ordine di V. E., umilmente supplicano resti servita
concederci la così solennizzarsi ogni
anno detta Festa come infatti la processione di detta Sacra Santa Immagine di nostra
Signora sempre Vergine, che il tutto bramano dalla sua benigna mano gratis.
Agrigenti die 18 augusti 1660.
Ex parte Ecc. mi et Rev. mi Domini
Episcopi Agrigentini fuit provisum et mandatum quod S. T. D.r D. Joseph Labiso
assessor videat et referat. Or da facta relatione predicta S. E. Reverendissima
providet et mandat quod concedatur licentia et espediantur Bullae. Per
esecuzione della quale nostra preinserta provista a Voi Rettori et altri devoti della Venerabile Chiesa di Nostra
Signora della Gratia detta della Favara della Terra della Contessa supplicanti concediamo
licenza et facultà di solennizzare ogni anno in pepetuum la festa di detta
nostra Signora all’8 settembre,
giorno che si have per il passato solennizzato con potersi fare la processione
e condursi l’immagine nel preinserto memoriale expressata per detta terra.
Comandando a codesto Rev. Arciprete
et Clero che vogliano loro intervenire a detta processione, sotto pena a
noi ben vista et parimenti al Rev. Vicario ed altri ministri nostri sudditi che
tanto vogliano fare eseguire et osservare senza darli impedimento né
molestia alcuna per quanto la gratia di monsignor Eccellentissimo stimano
cara et sotto pena di onze 50 per ogni contravventore applicanda in opere pie.
Datum Agrigenti in Episcopali Palatio
die 18 augusti 1660.
D. Prosperus Napoli Vic. Gen.
D. Ioseph Labiso Assessor.
D. Petrus Plazza Magister Notarius.”
Da
una attenta lettura del decreto, in particolare delle frasi sottolineate,
emerge chiaramente:
*
La festa dell'otto settembre era celebrata dai devoti della Compagnia anche con
la processione già prima che fosse autorizzata col decreto del vescovo. La richiesta dell'autorizzazione fa supporre che questa
celebrazione originariamente fosse limitata agli aderenti alla Confraternita e
che, essendo la cappella fuori dal centro abitato, la processione si svolgesse
solo nei sentieri vicini alla chiesetta, attorno alla quale non si era ancora
formato un nuovo quartiere. Dall'analisi della toponomastica riportata nei
riveli di Contessa (censimenti periodici per il pagamento delle tasse) emerge
che nel secolo XVII comincia a formarsi il quartiere Favara o Fontana (rivelo
del 1623) e solamente nel rivelo del 1714 è citato per la prima volta il
quartiere Madonna della Favara o Chiesa Latina o Parrocchia Latina.
*
La richiesta dei Rettori e dei devoti della Compagnia è motivata pertanto sia
dall'esigenza di far partecipare alla festa dell'otto settembre tutta la
comunità del casale di Contessa (processione per le vie del casale), essendosi
sviluppato anche un quartiere attorno alla cappella della Madonna, sia di
ottenere la partecipazione ufficiale dell'arciprete
e del clero (le funzioni religiose prima erano celebrate dal cappellano della
Confraternita).
*
L'autorizzazione del vescovo è concessa ai Rettori e devoti, che l'avevano
chiesta, quindi alla Compagnia, cui appartiene la cappella, ma l'incarico di
presiedere la processione è data all'autorità ecclesiastica del casale "….Comandando
a codesto Rev. Arciprete et Clero che vogliano loro intervenire a detta
processione,…" e nel 1603 l'arciprete era il parroco greco, perché non
c'era ancora né parroco né parrocchia latina, istituita nel 1698, quasi un
secolo dopo, con decreto vescovile, di cui viene riportato di seguito il
testo integrale.
“Noi Arcivescovo fr. D.
Francesco Ramirez dell’Ordine dei predicatori, per grazia di Dio e della
Santa Sede Apostolica Vescovo di Girgenti, consigliere
- omissis -
Trovandoci in
corso di visita in questa terra di Contessa abbiamo notato essere amministrati
i sacramenti indiscriminatamente per gli abitanti di rito Latino e
Greco. Nella stessa medesima chiesa e nel medesimo Tabernacolo essere
conservato per l’uno e l’altro clero il Sacramento dell’Eucaristia in azzimo e
fermentato, dal che avviene che i latini ricevono per lo più l’Eucaristia sotto
entrambe le specie. Come spesso essere avvenuto, abbiamo saputo da relazioni
degne di fede, che passino al Rito greco impunemente contra la disposizione
della Santa Memoria di Clemente VIII: infatti dai Cappellani Curati designati
per ciascun rito non si distinguono quali sono le pecorelle del proprio Rito.
Al quale male dannoso alle anime volendo rimediare a toglierlo del tutto, abbiamo
stabilito e decretato, come in vigore della presente, per l’autorità conferitaci
dalla Sacra Congregazione concistoriale e dai Sacri Canoni, nel miglior modo,
stabiliamo e decretiamo che per l’amministrazione dei Sacramenti secondo il
Rito Latino sia destinata una particolare e separata Parrocchia. E
poichè molto sia dei Greci che dei
Latini si sono offerti di edificare una nuova chiesa per tale scopo
intanto, fino alla edificazione di essa, abbiamo destinato e scelto e
destiniamo e scegliamo per la predetta amministrazione dei Sacramenti secondo
il Rito Latino e per i fedeli di Rito Latino di questa Terra la Venerabile chiesa
di S. Maria delle Grazie, ossia come (dicesi) volgarmente della Madonna della Favara, che
costituiamo in Parrocchia dei Latini, unicamente per l’amministrazione dei
Sacramenti da parte del Cappellano Curato dei Latini, né può trasportarsi
il S.S. Sacramento dell’Eucaristia per i fedeli Latini di lì in altra chiesa
senza nostra espressa sicura rimanendo per i Greci la medesima chiesa nella
quale fino ad ora sono stati amministrati i Sacramenti del loro Cappellano
Curato. Con questo tuttavia che nell’una o l’altra chiesa possano celebrarsi le
Messe dai Sacerdoti Greci o Latini, come si è osservato fin’ora. Però le
funzioni, che sono proprie di ciascun Rito e Chiesa, siano compiute soltanto
rispettivamente dai propri cappellani Curati, alle quali, se è invitato il
Cappellano Curato di un altro Rito, deve avere la precedenza per urbanità
sull’altro cappellano nella cui chiesa si compiono le funzioni.
Solamente nel
giorno del Sabato Santo non è lecito suonare le campane nella chiesa dei Latini
prima che siano suonate nella chiesa dei Greci.
Appena poi si
compie la Chiesa per i Latini nella quale si giudicherà conveniente
conservarsi l’Eucarestia per la costruzione di quella Parrocchia dei Latini
provvederemo opportunamente e la Chiesa di S. Maria delle Grazie
rimarrà nel medesimo stato, nel quale l’abbiamo trovato prima di erigerla a
Parrocchia dei Latini; senza
pregiudizio per i Sacerdoti Grechi e Latini; quanto alle funzioni da compiersi in essa. Pertanto acciò la predetta
divisione delle chiese per la retta e salutare osservanza dell’uno e dell’altro
Rito appaia nel futuro e si osservi in perpetuo; abbiamo scritto il presente
decreto in Contessa nel corso della visita il nove Dicembre 1698.
Don Francesco
Ramirez Arcivescovo - Vescovo di Girgenti.”
Sono
stati sottolineati i punti più significativi del decreto, evidenziando in
particolare che, per le funzioni celebrate secondo la tradizione nella chiesa
della Madonna della Favara, la costituzione della parrocchia latina non avrebbe
determinato alcun "pregiudizio per i Sacerdoti grechi e latini".
Con
la costituzione della parrocchia latina quindi l'arciprete della chiesa greca
continuerà a celebrare la festa dell'otto settembre non essendo prevista alcuna
attribuzione alla parrocchia o al parroco latino in merito alla festa della
Madonna della Favara.
Negli archivi delle
due parrocchie e delle Curie vescovili di Agrigento, Monreale e Piana degli
Albanesi non sono documentati, fino ai primi decenni del 1700, contrasti tra “greci” e
“latini” di Contessa, né tra i fedeli né tra il clero dei due riti. Nei
primi due secoli di convivenza tra “greci” e “latini” a Contessa si respira una
atmosfera di dialogo, che comincia a venir meno dopo la costituzione della
parrocchia latina. I primi contrasti iniziano a manifestarsi tra il clero dei due riti, principalmente per
l’uso della chiesa della Madonna della Favara. Per porre fine a questi contrasti il vescovo
di Agrigento, sollecita ed approva un Accordium,
che precisa i diritti pertinenti a ciascuna parrocchia. Il sei settembre
1754 viene infatti sottoscritto dal
clero di rito latino e dal clero di rito greco, presso il notaio don Salvatore
Schirò di Contessa, la nota Transazione,
che precisa per iscritto, e dettagliatamente, i diritti spettanti a ciascuna
delle parti, secondo la prassi seguita dai due cleri e, in generale, richiamata
nel decreto di istituzione della parrocchia latina del 1698. Nell’Accordium i due cleri convengono e
sottoscrivono, tra l’altro (qualche punto è decaduto da tempo), quanto di
seguito riportato ed estratto da un
manoscritto conservato presso l’archivio della chiesa greca di Contessa:
- "primo che tutte le
antiche e principali giurisdizioni della
Matrice chiesa greca, di cui é filiale l’accomodata parrocchia dei latini, si osservassero intatte;
- secondo che i latini
ratificavano qualmente la chiesa della SS. Vergine della Favara era “de jure
proprio” dei greci; e che ai latini permettevano il solo uso della chiesa a
loro accomodata, finché fabricassero questi un proprio loro tempio;
- terzo, che in esecuzione
di questo accordo i greci ogni anno dovessero solennizzare, essi, la quindicina
dell’Assunta sino al quindici di agosto in sudetta accomodata chiesa;
- quarto, pel medesimo
fine, nel condurre ogni anno la sacra Bolla della Crociata, il parroco greco
uscendo dalla matrice in processione avesse ad entrare nella sudetta accomodata
chiesa ed ivi celebrarvi messa cantata solenne e farvi la spiega d’essa Bolla;
- quinto finalmente, che
la festa della nascita di Maria agli otto di settembre, ogni anno, la
solennizzassero, con vespero, messa cantata e processione, i greci ed in caso
che il parroco greco non avesse comodo di intervenire, allora dovesse egli
destinare a qualsivoglia del clero greco per supplire le veci del parroco
greco nelle sudette processioni; e se mai il parroco latino si volesse
intervenire nella sudetta processione, col clero, sta in sua libertà……..”
Calogero Raviotta
(Processione otto settembre: orgine ed evoluzione I - continua)
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