Raffaele Bonanni, segretario della Cisl fino a pochi giorni fà, è un uomo tutto d'oro.
Oltre a
godere di una pensione stellare (8.593 euro lordi al mese), è stato
protagonista negli ultimi anni di una strabiliante ascesa retributiva, alla
faccia dei tanti militanti dei sindacati che offrono i loro servizi
gratuitamente.
Nel periodo in cui è stato segretario generale della Cisl - dal 2006 fino alle improvvise dimissioni del
settembre scorso - il suo stipendio è aumentato vertiginosamente: da 118.186
euro a 336mila, una cifra da capogiro, di molto superiore al tetto per i grandi
manager di Stato (240mila).
Tanto
per fare qualche paragone, nel suo primo anno da leader Cisl, Bonanni prendeva
già più del presidente del Consiglio Matteo
Renzi, il cui stipendio da presidente del Consiglio ammonta a 114.796,68
euro.
La sua
ultima busta paga, invece, era addirittura superiore a quella del presidente
americano Barack Obama (circa 275mila euro).
A
diffondere questi numeri è il
Fatto Quotidiano, che è entrato in possesso di uno dei dossier
avvelenati che riguardano l'ex segretario Cisl.
La
domanda spontanea (in attesa di capire la fondatezza della notizia):
1) Un signore che dispone di questo livello retributivo come fa a pensare ai disoccupati, ai precari, agli emarginati. Per costui quale è l'orizzonte di una società migliore, che sia migliore per tutti e non solo per lui ?
2) Come fa una
Organizzazione sindacale a retribuire (con denaro della gente che lavora: le
tessere) un signore con livelli tanto elevati se poi il numero dei poveri in Italia è raddoppiato proprio nel periodo della
segreteria Bonanni ?
(dati Caritas: nel 2007, ultimo anno di crescita del Pil,
erano 2,4 milioni -il 4,1% della popolazione-, mentre nel 2012, secondo gli
ultimi dati disponibili, vivevano in povertà assoluta 4,8 milioni di italiani,
l'8% del totale).
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