Secondo Moodys l'Italia chiuderà il 2014 in recessione col Pil a -0,3%. Nel 2015 la "crescita
sarà marginale": +0,5%.
I miracoli sono rinviati a data da destinarsi
GERY PALAZZOTTO, giornalista
Grillo va tra gli spalatori di fango e lo contestano perché ci va. Se
non ci fosse andato lo avrebbero contestato perché non c’era. In ogni caso un
politico, oggi, è contestabile qualunque cosa faccia e questo la dice lunga sul
muro di qualunquismo che, come una grottesca barriera di autodifesa, circonda
ogni capannello, ogni manipolo di lavoranti, ogni adunata organizzata di
cittadini disorganizzati, ogni pulpito sociale, ogni punto di raccolta di menti
attive.
ANTONIO FERRARI, giornalista
Se non si interviene subito e con determinazione, la città siriana di
Kobane, abitata prevalentemente da curdi, rischia di diventare un’altra
Srebrenica. L’incubo di un nuovo eccidio, che ripropone più a sud le feroci
immagini dei massacri in Bosnia, immagini che sono scolpite nella memoria, è
stato evocato da uno dei più attenti diplomatici internazionali: Staffan de
Mistura, di origine svedese, inviato in Siria dal segretario generale delle
Nazioni Unite. Kobane è simbolo di eroica resistenza, ma anche concreta
testimonianza di troppi fallimenti e altrettanti tradimenti. Kobane ripropone
per intero la tragedia di curdi, i più sfortunati abitanti del pianeta: sono
poco meno di 35 milioni ma sono il più grande popolo al mondo senza un proprio
Stato e senza alcun diritto all’autodeterminazione.
E la Turchia continua a rimanere ferma di fronte a Isis.
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