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domenica 2 luglio 2023

Una parola, tanti significati.

 Parliamo di Storia: 

TOTALITARISMO

Hannah Arendt
autrice del libro "Le
origini del totalitarismo"

«La libertà è l’essenza
dell’individuo umano
e la giustizia l’essenza
della convivenza
umana. Entrambe
potranno sparire
dalla faccia della
terra solo con
l’estinzione fisica
della razza umana».










 La data di nascita del termine "totalitarismo"  risale agli anni Venti del Novecento, per denotare e additare il ruolo "onnicomprensivo" che il regime fascista italiano andava assumendo. Il sistema politico e statuale che il fascismo andava manifestando si caratterizzava sul principio di una unica autorità statale, capace di plasmare a sua scelta sia le istituzioni che l'articolazione della società. Il Potere si riteneva legittimato ad allargare, senza limite alcuno, la propria sfera di intervento, fino ad investire ogni tipo di azione umana e -pure- di dominare la sfera privata, personale, di ciascun individuo.

 Gli storici, in linea generale, ritengono che si tratti di un fenomeno tipicamente novecentesco, una minoranza di studiosi però  individua i precedenti storici addirittura nell'antica Sparta e/o nell'Impero Romano di Diocleziano.

 A ritenere fenomeno tipicamente novecentesco il Fascismo è la filosofa politica Hannah Arendt (=è stata una politologa, filosofa e storica tedesca naturalizzata statunitense in seguito al ritiro della cittadinanza tedesca nel 1937. "Nascita14 ottobre 1906, Linden - Mitte, Hannover, Germania e Morte4 dicembre 1975").  Nel suo libro Le origini del totalitarismo del 1951 il termine diviene di fondamentale importanza interpretativa negli studi della scienza politica e soprattutto nella storiografia. L'uso immediato scattò nell'interpretazione immediata sul fascismo, il nazismo e lo stalinismo.

Sintetizzando il pensiero di Hannah Arendt

sul totalirarismo

-- Un'ideologia ufficiale, basata da una filosofia assolutista, si propone: a) di trasformare, alle radici, la società e con questa, addirittura, la stessa natura umana, b) identifica la società con lo Stato, a cui tutti i cittadini vanno subordinati in qualsiasi sfera della vita, c) spetta allo Stato fissare gli interessi reali che il popolo deve perseguire; d) viene legittimata ogni intolleranza nei confronti di chi dovesse dissentire dall'impostazione fissata dal regime.

--Un sistema politico che sfrutti i caratteri della società di massa  e che domini, attraverso il partito unico, a)  le massime cariche dello Stato (il legislativo e l'esecutivo), b) i capi provengono dal partito, al di fuori da possibili influenze dei cittadini, c) nel partito solamente una frazione ridottissima di persone esercita effettivamente il "potere".

--Un sistema economico, dove produzione e distribuzionedi beni e servizi sono controllati dalla burocrazia centralizzata, sulla base delle direttive del partito.

--Un'organizzazione capillare delle forze di polizia per il controllo della vita privata dei cittadini e di repressione del dissenso. Nonchè la collussione evidente tra forze di polizia e magistratura.

--Controllo della circolazione di ogni informazione attraverso il monopolio di ogni mezzo di comunicazione e attraverso la "censura".

--La designazione periodica (o permanente) di un nemico da, sempre e comunque, combattere e da eliminare. Generalmente i nemici che i totalitarismi scelgono come bersaglio sono gli ebrei, la borghesia, i partiti della Sinistra, i deviazionisti di sinistra (nei sistemi comunisti).

(Segue, la seconda parte del 

pensiero di Hannah Arendt)

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