Politica: come coniugarla con l'etica pubblica
E' in corso, sui media, una ampia discussione sul funzionamento della giustizia. La politica in realtà si sveglia sulle tematiche giudiziarie solamente quando vede suoi esponenti coinvolti in vicende giudiziarie. Lo fa, purtroppo, prescindendo dal metro dell'etica pubblica e spesso indipendentemente dai profili penali.
Attualmente i casi che occupano pagine e pagine di giornali sono sopra tutti quello che vede il figlio della seconda carica dello Stato, La Russa, su cui avremo modo di soffermarci e quello della ministra Santanché che ruota sulla circostanza se essa ha o meno ricevuto l'informazione di garanzia, sull'indagine che la coinvolge.
L'ordinamento italiano prevede che chiunque ed in qualunque momento può -per intanto- richiedere alla Procura della Repubblica se esistono iscrizioni, indagini a proprio carico. La segreteria della Procura nel breve volgere di qualche giorno può esitare nella seguente forma: "Non risultano iscrizioni suscettibili di comunicazioni", oppure "Risultano le seguenti iscrizioni ...suscettibili di comunicazione"; in questo caso è segno che la Procura si propone la segretezza.
La legge dispone che l'informativa di garanzia va notificata all'indagato solo quando il p.m. deve compiere atti che prevedono l'assistenza del difensore.
Qualcuno nel caso che vede la ministra coinvolta, immagina che ci sia stata fuga di notizia. I giornali hanno diffuso la notizia (Corriere della Sera) che Santanché fosse indagata per "falso in bilancio" e "bancarotta" dal novembre scorso. E siccome in Italia vige la "presunzione di innocenza" fino a conclusione delle indagini, ne deriva che non sussiste obbligo di comunicazione. A conclusione delle indagini si saprà se queste si concludono con l'archiviazione o con il rinvio a giudizio.
Sin dal crollo del Fascismo anche per concludere le indagini, in senso favorevole o meno, per la persone interessata, servirà comunque l'intervento del giudice.
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