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domenica 23 luglio 2023

Lettura di una pagina

Dal testo Bellezza e Liturgia/Scritti su Cristianesimo e cultura di Pavel A. Florenskij:

L'idolo del mondo e l'autonomia della storia

Siamo così abituati a credere alla cultura invece che a Dio, che per buona parte di noi è impossibile distinguere fra "cultura" e "cultura moderna", e dunque rilevare  la necessità di un cambiamento nel corso della cultura equivale a esortare a vivere come i trogloditi. Storicamente una tale sinonimia è profondamente errata, giacché la cultura ha avuto e può avere una struttura decisamente diversa. Difatti, e conformemente all'etimo (cultura è ciò che si sviluppa dal cultus) buona parte della cultura è germinata  dal granello della religione, è l'albero di senapa cresciuto dal seme della fede. Si tratta di un fatto storico che ogni ricercatore o quasi sarà disposto ad ammettere riguardo a tutte le religioni, ivi compreso il cristianesimo inteso come mero evento della storia. I nostri contemporanei, invece, negano al cristianesimo attuale la capacità di offrire  un sistema di vita  che sia almeno pari a quello delle altre religioni. Al sentire le innumerevoli dottrine moderne, che prima sembrano simpatizzare col cristianesimo e poi ne proclamano apertamente  la debolezza, l'incapacità di crescere e trasformarsi nell'albero della vita  e la necessità di cedere  ogni branca  dell'esistenza all'azione a se stante degli "elementi del mondo" -eccezione fatta per la coscienza personale-,  si è preda di un profondissimo senso di tenebra e di angoscia, Sentimenti questi persino ancor più desolanti di quelli suscitati da una franca professione di ateismo militante, che, anche se odia , ammette però l'esistenza di una qualche forza. Le dottrine teologiche di questo tipo sono il funerale del cristianesimo: la foga della battaglia è alle spalle e sull'avversario sconfitto si può persino pronunciare  una parola di encomio. Queste dottrine, che lodano il cristianesimo, ma intanto gli precludono l'accesso a tutte le branche dell'esistenza, lo distruggono anche quale nostra dimensione interiore, perché se il cristianesimo viene cacciato da ogni ambito della vita in base al fatto che, ovunque, a dominare sono l'autonomia e altri ordini del mondo estranei alla spiritualità, lo stesso dovrà dirsi della vita  della nostra anima, che soggiace anch'essa alle proprie leggi, è anch'essa autonoma e non lascia spazio alla grazia. Se il mondo è autonomo in ogni sua parte, ciò significa che è stabile di per se stesso, e che dunque è di per se stesso Dio.

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