Alle origini di Roma: archeologia
In estrema sintesi: secondo il prof. Ogilvie, Roma sarebbe sorta per la ovvia circostanza che gli Etruschi dalla Toscana avevano la tendenza di espandersi verso Sud per congiungersi con le comunità etrusche che sorgevano in Campania (Capua ed altre località). Verso la fine del VII secolo a,C. gli Etruschi cominciarono massicciamente ad infiltrarsi entro le comunità di capanne dell'iniziale Roma. Fu da allora che gli Etruschi si fusero con gli elementi nativi. |
Secondo lo storico scozzere Robert M. Ogilvie ( 5 giugno 1932 – Saint Andrews, 5 giugno 1981), la Roma primitiva era una comunità pastorale i cui abitanti costruivano capanne sulle cime dei colli e durante il giorno conducevano greggi e mandrie nella campagna circostante.
I fondi (=resti di alcune di quelle capanne; grandi necropoli a incinerazione) sono stati portati alla luce e danno l'idea del loro aspetto delle "urne" in cui venivano conservate le ceneri dei defunti.
Gli archeologi (e lo storico Ogilvie, a cui ci rifaremo in questa panoramica) asseriscono che i primi abitanti furono un ramo di Italici (popolazioni indoeuropee, diffuse lungo la penisola già nel 1500 a.C.). La crescita umana nell'area dell'attuale Roma sarebbe tuttavia avvenuta attorno all'anno mille avanti Cristo ad opera di immigrati provenienti dai Balcani.
Viene da chiedere come fanno gli archeologi ad essere certi nel datare, più o meno precise datazioni? Punto di partenza sono -inevitabilmente- i reperti che vengono alla lece. Nel caso specifico delle popolazioni che hanno urbanizzato Roma ci piace riportare la competenza del prof. Ogilvie, il quale sostiene che popolazioni balcaniche si insediarono da prima a Tarquinia e in altri luoghi e si distinguevano per l'uso di seppellire i morti in urne a due piani, rifacendosi... alle grandi culture dei campi d'urne della Romania fiorite dal 1600 a.C. circa. Il professore prosegue: In Italia questa cultura, che assorbì la popolazione indigena, è chiamata villanoviana. I Villanoviani aumentarono intorno al 700 a.C. in seguito ad una nuova ondata migratoria provenienti presumibilmente dall'Asia Minore a causa degli sconvolgimenti provocati dalle invasioni dei Cimmeri. I nuovi arrivati portarono con sé molte idee feconde, compresi i gusti per l'arte greca e fenicia, nuove tecniche di lavorazione dei metalli, consuetudini religiose del vicino Oriente e, sembra, una sofisticata lingua non indoeuropea, conservata in numerose iscrizioni ma non ancora pienamente compresa, che noi chiamiamo etrusca. Questa mescolanza di elementi trasformò i Villanoviani in Etruschi, una semplice popolazione agricola in una nazione urbanizzata di artigiani e mercanti, con una rete di città che si estendeva dal Po al Tevere.
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