Religione e mito
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Molti si dichiarano non credenti, altri non colgono il significato trasmesso dalla "religione", altri si dichiarano religiosi ma intendono i contenuti della "Fede" a modo loro.
Secondo molti la religione, quella biblica e quella cristiana in particolare, nasce e si sviluppa al fine di dare un senso alla vita dell'uomo.
Quando in Genesi viene presentato e sviluppato l'argomentare sull'albero della conoscenza del bene e del male, la lettura e l'interpretazione, è ovvio, che non è quella letterale. Ma nello stesso tempo non significa che quell'espressione non è portatore di un "vero e rilevante messaggio".
Molti autori, nella letteratura dell'intera umanità, sostengono che "Il mito è più vero della storia". I fatti storici specifici (vicenda Giulio Cesare o campagna Napoleonica etc....) sono, ciascuno, fatti avvenuti una sola volta nella vicenda umana, di contro, le narrazioni che sanno di mitico non vanno interpretate come false o prive di rilevanza. Queste -al contrario- generalmente hanno una portata anche superiore. Tutte le narrazioni che sanno di mitico nella vita degli uomini accadono, invece, con incredibile frequenza.
Il mito appartiene al pensiero umano che ne fa uso per trasmettere e lasciare intendere le "intuizioni della verità della vita " che da luogo a luogo, e da tempo in tempo, sono differenti ma che tendono a trasmettere la logica che muove la vita nel mondo.
Questa lettura del "mito", per la prima volta pare sia stata colta da Gianbattista Vico, La scienza nuova (1725-1744).
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