Religione e mito
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Certamente ci sono limiti di contenuto, risalendo quella formulazione a metà del primo millennio dell'era cristiana, e però attorno ad esso è stata plasmata lungo i secoli la vita cristiana. D'altronde, per definizione, Dio non può essere contenuto in alcune definizioni, essendo Egli realtà invisibile, inconcepibile, indelimitabile, incommensurabile, eppure -nonostante ciò- Egli e' presente in tutte le nostre scelte di vita quotidiana.
Nè la Bibbia, nè i Vangeli, nè la matematica si propongono dimostrazione alcuna sull'esistenza o meno di Dio. La filosofia di Kant pone l'esistenza di Dio, come postulato (=Principio indimostrato la cui validità si ammette a priori per evidenza o convenzione allo scopo di fornire la spiegazione di determinati fatti o di costruire una teoria).
La fede dei credenti è, quindi, un fidarsi ragionevole, entro cui comunque ha spazio l'intelletto di ciascuno, la volontà e pure il sentimento.
Alla fine di un lungo intervento sulla "Verità cristiana", nel 1999, Papa Ratzinger così chiuse: "Il tentativo di restituire, in questa crisi dell'umanità, un significato globale alla nozione di cristianesimo come religio vera, deve per così dire puntare parallelamente sull'ortoprassi e sull'ortodossia. Il suo contenuto, oggi come un tempo, dovrà consistere, più profondamente, nella coincidenza tra amore e ragione in quanto pilastri fondamentali propriamente detti del reale: la ragione vera è l'amore e l'amore è la ragione vera. Nella loro unità essi costituiscono il fondamento vero e il fine di tutto il reale".
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