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lunedì 20 settembre 2021

Territori abbandonati. Riflessioni per la crescita e lo sviluppo

Immagine ispirata alla
realtà sociale di fine Ottocento/inizio
Novecento
.
Copia o stampa dell'originale è posseduta
da famiglia di Contessa E.

Il blog si servirà frequentemente
di immagini
che richiamino temi utili alla
riflessione socio-umana passata 
e/o attuale della nostra terra.

Non perdere le
opportunita' del Recovery
Fund deve essere il
mandato di chi ha a cuore
il futuro della nostra
terra
.
Non è sufficiente affidarsi
alle capacità tecniche e 
politiche del Comune di
Corleone.
(Nostra opinione)

Quando i media parlano di aree interne della Sicilia si riferiscono sicuramente ai territori  che possiedono le caratteristiche geografiche e morfologiche ma anche la marginalità dei contesti dell’entroterra rispetto alle coste ed ai grandi e medi agglomerati urbani. Sostanzialmente -per intenderci- fotografano le  realtà come la nostra, di Contessa Entellina. Ed ovviamente anche di altre realtà similari, prossime e non a Contessa E.

 Le questioni sociali delle realtà come quelle di  Contessa Entellina (Emigrazione storica sin dall'Unità d'Italia, e specificatamente ed esclusivamente per Contessa -volendo essere precisi- sin dal 1812) sono riconducibili all'immagine dell’osso (di cui chiariamo il significato a fine pagina) assegnato alle aree interne dallo studioso  Manlio Rossi Doria per rappresentare i problemi dell'intero Mezzogiorno e dei suoi variegati territori, derivati dai lontani regimi feudali prima, latifondistici dopo e tuttora rimasti miseri e  depauperati delle migliori risorse giovanili a causa dal fenomeno migratorio. Territori fortemente carenti di servizi, ancora oggi, se si pensa che manca una viabilità che sia veramente tale, manca l'approvvigionamenti idrico estivo che sia sufficiente per i bisogni ed-ancora- l'intero complesso dei servizi socio-sanitari dista in linea generale dai 25 ai 40 chilometri dai centri abitati "di periferia", come è il caso di Contessa E.
  Da noi, a Contessa Entellina, oltre alla carenza  dei servizi sociali ed infrastrutturali sopra ricordati esiste quel fenomeno migratorio -lo rimarchiamo ancora- che raggiunge apici fra i più alti dell'Isola se, soprattutto, pigliamo i dati iniziale dell'esodo a cominciare dall'immediato dopoguerra -anni cinquanta del Novecento- fino ai dati anagrafici correnti che -come sappiamo- attendono di trovare conferma dall'imminente censimento 2021, quello le cui operazioni di rilevamento saranno avviate fra poche settimane. Censimento che -ricordiamo in via incidentale- avrà caratteristiche e modalità del tutto diverse da quelli dei decenni trascorsi.

 Il grado di marginalità delle aree interne, di Contessa Entellina fra altre, dipende dalla vicinanza o lontananza dai centri o dai così detti poli di gravitazione. A leggere gli studi condotti  da alcuni Istituti di Economia, per il prossimo decennio le piccole realtà come Contessa E. non potranno fare altro che prendere atto e sperare nella forza di attrazione dei  centri di offerta di servizi e funzioni delle realtà più grosse e più attrezzate.
 I parametri di confronto per determinare la centralità/marginalità dei servizi base  vengono individuati attualmente nella presenza di scuole secondarie superiori di tutte le tipologie, nella presenza di almeno un ospedale sede di dipartimenti di emergenza e accettazione, nella presenza (magari) di una stazione ferroviaria di tipo “silver”, secondo la classificazione di Trenitalia. Dall'elencazione di questi semplici indicatori è  facile capire perchè la "Città di Corleone" ha puntato ad  associare a sé l'intero territorio periferico dei Sicani per creare un aggregato e poter fruire, essa, dei potenziali e maggioritari  benefici del Recovery plan.

 In Sicilia l’equivalenza tra aree geografiche interne e aree marginali è pressoché totale; e noi di Contessa ci troviamo ad essere sia area interna che area marginale. Servirebbe l'unità delle forze politiche locali, che fossero di maggioranza o di minoranza, progressiste o collegate ai tradizionali conservatorismo locale, per conseguire maggiore consapevolezza e conseguente possibile ascolto da parte di chi conosce le carte. Di politici che sappiano coinvolgere forze e buone volontà c'è bisogno, e se trascorre altro tempo potrebbe già essere tardi. 

 Per intanto ci fermiamo qui.

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Territori dell’osso” è la metafora della struttura portante dell’Italia e la rappresentazione della marginalità che ha colpito le aree interne del Paese. Manlio Rossi Doria, economista e politicoconiò l’espressione “polpa e osso” per denunciare la profonda divaricazione che sul piano socioeconomico si andava profilando tra le tante aree interne e le aree più vivaci del Paese.

 Lo schema interpretativo suggerito da Rossi Doria viene ancora ai nostri giorni applicato all’intera penisola, dove gli squilibri tra le zone rurali e quelle urbane, tra l’entroterra e la costa, tra la montagna e la pianura sono andate crescendo. E se non aumenta la consapevolezza di chi riveste ruoli pubblici continuerà ad aumentare.

Le aree interne -ne sappiamo tantissimo noi di Contessa Entellina-  soffrono costantemente dello spopolamento, dell’emigrazione, della rarefazione sociale e produttiva, e pwrsino delle modificazioni del paesaggio. 

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