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lunedì 20 settembre 2021

20 Settembre 1870

Il papa infallibile in materia di fede

   Dal 1860, dopo la discesa delle truppe piemontesi che sconfissero l'esercito pontificio a Castelfidardo, lo Stato della Chiesa si era ridotto all'attuale Lazio meno la provincia di Rieti.

   La progressiva perdita del potere temporale da parte del papa fu in qualche modo bilanciato dal rafforzamento dell'ufficio del romano pontefice all'interno della Chiesa cattolica. Pio IX sollecitò la convocazione di un concilio che proclamasse solennemente l'infallibilità papale. Nonostante l'opposizione alle tesi infallibniliste di una minoranza di padri conciliari, soprattutto francesi, tedeschi e austriaci, il Concilio Vaticano I, apertosi nel 1869, il 18 luglio 1870 proclamò come verità di fede per la Chiesa cattolica il primato di giurisdizione del papa su tutta la Chiesa e l'infallibilità del suo insegnamento. nell'ambito dottrinale e morale, quando enunciato espressamente con caratteri irreformabili e definitivi.

Pio IX, comprendendo che la
resistenza ai piemontesi era impossibile, 
ordinò all'esercito pontificio di difendere
la città di Roma simbolicamente.
Condannò tuttavia re Vittorio Emanuele II,
che sebbene cattolico, compiva atto di
sacrilegio nei confronti del papa.
   Il rifiuto di aderire al nuovo dogma causò uno scisma  che interessò soprattutto una minoranza di cattolici tedeschi, svizzeri ed austriaci e portò allo sviluppo della Chiesa dei "vecchi cattolici".

La frattura fra Chiesa e Stato

In quei frangenti conciliari scoppiò la guerra franco-prussiana che costrinse la Francia a ritirare le truppe che da anni erano aquartierate nel territorio laziale a difesa dello Stato pontificio. Il governo italiano ne approfittò per cercare una via diplomatica  per simbolicamente completare l'Unità politica d'Italia. Di fronte al rifiuto di Pio IX di cedere gli ultimi residui possedimenti territoriali al Regno d'Italia, il 20 settembre 1870 le truppe italiane invasero Roma e misero fine al potere temporale dei papi. Pio IX si dichiarò prigioniero degli italiani e si isolò nei palazzi apostolici, rifiutando i successivi tentativi di accordo, mentre il Regno, con la legge delle guarantigie (13 maggio 1871), si impegnava a tutelare l'esercizio del ministero spirituale del papa e regolava i rapporti fra la Chiesa e lo Stato. A sua volta la Penitenziaria apostolica nel 1871 e con maggiore forza nel 1874, dichiarò inopportuno (non expedit) che i cattolici italiani  partecipassero alle elezioni politiche indette nel Regno, per non legittimare attraverso di esse le "usurpazioni" arrecate ai possedimenti papali. A questa reazione dei vertici ecclesiali si contrappose la politica laicizzatrice dell'Italia mirante al superamento dell'Italia cattolica della Controriforma. Questa politica culminò nella legislazione eversiva che portò alla soppressione degli ordini regolari, delle corporazioni religiose, di gran parte delle confraternite laicali, e all'incameramento del loro patrimonio immobiliare da parte del demanio (1866-1867); e poi alla soppressione delle facoltà di teologia delle università italiane (1873).

(Fonte da cui si è attinto: Storia del Cristianesimo di 

Gian Luca Potestà e Giovanni Vian, ed. Il Mulino)

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