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mercoledì 15 settembre 2021

Riflessioni finanziarie. Uno sguardo ai conti pubblici.

Detto con amarezza

Agli italiani, alla gente, i fondi del
Recovery
 sono stati presentati come una conquista
strappata all'Europa.  Non è ovviamente
cosi!  L'indebitamento di un paese comporta
imfatti il venir meno dell'autonomia
decisionale.
La decisione strategica su come impiegare
quei fondi non è state -infatti- assunta
in Italia, ma in Europa, dai pasesi e
dai governi del continente.

L'Italia è -da adesso e per
i prossimi decenni- meno indipendente.
Sarà probabilmente un bene, conoscendo
i nostri politici!

  In materia di problematiche finanziarie che attanagliano il paese più indebitato d'Occidente, l'Italia, ci sono anche queste ulteriori questioni, che si colgono sfogliando i giornali in queste ore:

1) "Sono molte le spese che si accumulano in questo periodo, sussidi, emergenza sanitaria, lockdown e nuove assunzioni nella pubblica amministrazione determinate dalla pandemia. Se lo Stato fosse un genitore si ritroverebbe come il povero papà Jetson nella famosa scena della sigla dove la moglie gli ruba persino il portafoglio pur di fare acquisti". 

2) Superamento di Quota 100 e del caso Alitalia, a cui la Commissione Europea ha recentemente richiesto, per violazione della disciplina sugli aiuti di Stato, la restituzione di un prestito da 900 milioni di euro erogato nel 2017 dal Governo italiano. Soldi italiani di cui andremo a pagare la "penalità".

3) L’Italia ha recentemente ricevuto dall’Unione Europea un prefinanziamento di 25 miliardi, corrispondenti al 13% dei 191,5 miliardi previsti dalla Recovery and Resilience Facility (RRF), mentre il restante 87% sarà erogato in 10 rate entro il 2026. Stando ad alcuni articoli della stampa italiana, le risorse appena ricevute servirebbero a finanziare 106 specifici progetti per gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

(Continua)

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Ad un quadro disastrato, tipicamente italiano, che da decenni vede politici che -dal momento in cui affossano le finanze pubbliche- dimostrano di non amare il loro paese, ci piace riportare una riflessione di Blaise Pascal, matematico, fisico, filosofo e teologo del XVII secolo :

Navighiamo nella vastità, sempre incerti e fluttuanti, spinti da un estremo all'altro. Qualunque appiglio a cui pensiamo di attaccarci per essere sicuri, viene meno e ci abbandona, e se lo seguiamo si sottrae alla nostra presa, scivola e fugge in una fuga eterna. Niente per noi è solido.
È la nostra condizione naturale eppure la più contraria alle nostre inclinazioni. Ci brucia un desiderio di trovare un fondamento sicuro, e come una base ferma per costruirvi una torre che si alzi verso l'infinito, ma ogni fondamento si spezza e la terra si apre fino agli abissi.
BLAISE PASCAL, Pensieri

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