Nietzsche:
il critico della Morale
Sul blog da oltre un decennio si è provato a riportare immagini, fotografie e descrizioni del mondo entro cui viviamo. Abbiamo apprezzato, difeso valori che ci sono stati trasmessi e che abbiamo condivisi. La nostra è -comunque- e resta -tuttora- la società del dubbio, dell'interrogarci.
Su richiesta di un amico riporteremo -di tanto intanto- delle pagine "di rudezza, rusticità, atteggiamenti tipici del pastore di montagna ... "Suvvia! Tutto ciò non è che un mare di assurdità". Riporteremo, come qualcuno ha subito intuito, valutazioni di Friedrich Nietzsche, filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo. Si tratta di un filosofo che riesce a inquietare, spigoloso e spesso inafferrabile.
Egli rappresenta e vede la realtà nell'ottica del relativismo, quell’idea in base alla quale non esistono né verità né falsità ma solo prospettive differenti sulla realtà:
“non ci sono fatti, bensì solo interpretazioni”.
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Da "Il Viandante e la sua ombra"
1) L'albero della conoscenza - Verosimiglianza, ma non verità: parvenza di libertà, ma non libertà - è per questi due frutti che l'albero della conoscenza non può venir scambiato per l'albero della vita.
2) La ragione del mondo. - Che il mondo non sia la quintessenza di un'eterna razionalità si può dimostrare definitivamente con il fatto che quella parte di mondo che noi conosciamo - e cioè la nostra ragione umana - non è eccessivamente razionale. E se essa non è sempre e completamente saggia e razionale, allora neppure la rimanente parte del mondo lo sarà. Qui vale la deduzione a minori ad majus, a parte ad totum, e anche con forza determinante.
3) "In principio era" - Glorificare l'origine - è questo l'impulso metafisico che riemerge dall'osservazione della storia e fa credere senz'altro che al principio di tutte le cose vi sia ciò che ha più valore ed è più essenziale.
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