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martedì 7 settembre 2021

La festa e la pandemia. E le tante cose a sfondo sociale che adesso non cogliamo più

Nessuno dubita che per i contessioti la festa della Madonna della Favara era in passato ed un pochettino continua ad esserlo ai nostri giorni carica di speranze e di emozioni. Fino agli anni sessanta del Novecento gruppetti di "americani", provenienti da New Orleans venivano appositamente a Contessa per partecipare ai riti religiosi (ritualità bizantine, processioni) e alle manifestazioni di tipo più o meno laiche.

Ormai, da qualche tempo, alla celebrazione della Madonna della Favara non partecipano più nemmeno gli emigrati nei paesi europei (Svizzera, Germania, Gran Bretagna e Francia), coloro che hanno lasciato Contessa Entellina sul finire degli anni cinquanta e poi anni sessanta e settanta del Novecento. E' proprio vero: chi parte da giovane in cerca di fortuna, a Contessa non torna più quando la senilità comincia a far pesare anzianità e vecchiaia.

 Ancor meno in questo 2021 si vedono in giro antichi emigrati. Qualcuno per la verità lo abbiamo incontrato, ma fa capire che potrebbe essere l'ultima volta che partecipa alle solennità religiose locali (l'8 settembre dedicato alla Madonna della Favara). 
 Ed i giovani delle generazioni recenti, pure esse emigrate? Qualcuno lo si vede in giro ed è già tanto. Da alcuni decenni a Contessa E. di giovani ne sono cresciuti pochissimi e quei pochissimi, da contare non oltre le dita delle due mani, non tutti si sono formati nel sentimento e nel ricordo degli eventi locali, sprecifici e unici del luogo. Tornare a casa, per essi significa prendere l'aereo di tanto in tanto per salutare i propri anziani; per il resto le feste di Milano o Zurigo per loro hanno un maggiore significato di quelle del paesino degli anziani genitori.

 E non abbiamo accennato alla pandemia che sta, pure essa, facendo dimenticare il tempo e gli eventi tipici dei piccoli paesini di Sicilia. Ci soffermeremo in seguito su questo punto.

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