Il denaro
Domanda: Essere isolati, non cercare la popolarità, rifiutare i premi letterari, ha anche un prezzo in denaro. Lei, cioè, guadagna probabilmente molto meno di quel che potrebbe guadagnare. Le pesa questa rinuncia?
Risposta: No, mi pare di non aver rinunciato a nulla. A nulla che io veramente volessi, che io veramente desiderassi. Potrei avere più denaro, d’accordo, molto di più: ma per farne che? Io ho questa nozione del denaro: è una cosa con cui, a parte l’indispensabile per sopravvivere, si possono avere dei libri, delle stampe. Più se ne ha, più libri e più belli e più rari si possono avere. Non desidero niente di più “costoso”. Non ho il senso del possesso, non l’ho mai avuto. La prima volta che, ragazzo, ho avuto in mano due lire intere, sono corso a comperare un libro: Le mie prigioni…E così continuo a spendere tutto quello che ho: in libri, in stampe. Quando ho speso tutto, entro in uno stato di quiete, di appagamento. In famiglia dicevano che somiglio a un fratello di mia madre, che era stato un terribile scialacquatore. […] Comunque, con questa domanda sul mio rapporto col denaro, lei ha toccato forse il punto fondamentale della mia libertà. Per essere liberi, è importante non essere attaccati al denaro.
Leonardo Sciascia
scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, poeta, politico, critico d'arte e insegnante
1921 - 1989
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