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lunedì 6 settembre 2021

Valorizzare territori. Nel terzo millennio non è più l'agricoltura ad assorbire forza lavoro (2)

 Abboamo sostenuto nella precedente pagina che il museo più antico d'Europa è la Galleria degli Uffizi di Firenze. Vorremmo adesso fornire qualche informazione e descrivere qualche tratto di interesse delle opere più rilevanti esposte là. 

Sono conservate ed esposte in Galleria le collezioni private dei Medici, dei Lorena e moltissime altre che fanno degli Uffizi una delle maggiori, se non la maggiore raccolta di pittura italiana ed europea dal XII al XVIII secolo, affiancata da sculture antiche, disegni e stampe che -nel tutto- tengono legata la Storia della città e del suo territorio.

Sicuramente la grandiosa "Pala d'Altare" del Cimabue non può che richiamare la curiosità di noi contessioti dal momento che essa evoca, nell'Italia del milletrecento, ciò che persisteva dell'influsso bizantino nell'Italia centro-settentrionale. L'opera rievoca infatti una grande Madonna Hodeghétria, parola greca che significa "conduttrice", "che indica la Via". Si tratta della Vergine in trono, o in altre opere in piedi, mentre indica con la mano il Bambino che, per il cristiano, è la Via, la Verità e la Vita.

In basso si colgono le figure -con folta barba- di quattro patriarchi dell'Antico Testamento: il primo ed il quarto che guardano in alto il bambino come a voler convalidare le antiche loro profezie sono Geremia ed Isaia. Gli altri due in posizione centrale sono Abramo e Davide, posti lì a rievocare la stirpe da cui origina il bambino (evidente richiamo all'Incarnazione). L'intento dell'autore fu di dare significato teologico all'opera, al pezzo più prezioso che oggi è conservato in Galleria.

Una breve informazione più specialistica.
Con Cimabue nell'Occidente europeo viene superata la rigida formula dell'arte bizantina. Le figure cominciano ad assumere forme via via sempre più umanizzate e assumono sensazioni spaziali. Ulteriori differenziazioni dall'arte bizantina si avranno in seguito con un'impostazione prospettica da parte di Giotto.
Per concludere l'opera del Cimabue è la prima o fra le prime che evidenzia la graduale differenziazione dall'arte originaria bizantina.

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