Detti e Fatti
Il presidente della corte d'assise d'appello Angelo Pellino scandisce: "In parziale riforma della sentenza emessa dalla corte d'assise di Palermo il 20 aprile 2018 assolve". Prima, cita i nomi degli ex ufficiali del Ros dei carabinieri: "Giuseppe De Donno, Mario Mori e Subranni". Assolti perché il "fatto non costituisce reato". Poi, cita l'ex senatore Marcello Dell'Utri: anche lui assolto, "per non avere commesso il fatto". In mezzo, ci sono i mafiosi, che vengono invece condannati. Leoluca Bagarella, il cognato del capo dei capi Salvatore Riina: 27 anni, un anno in meno rispetto al primo grado. Antonino Cinà, il medico personale del padrino: confermata la condanna a 12 anni.
Cala un silenzio pesante nell'aula bunker del carcere di Pagliarelli. I sostituti procuratori generali, ma anche gli avvocati difensori sono immobili. In 50 secondi, due giudici togati e sei giudici popolari hanno cancellato e riscritto tredici anni di inchieste e udienze. (La Repubblica).
"Domani", quotidiano
Calogero Mannino, ex ministro della Repubblica
"Mi sono dato una regola, quella di non commentare i processi che non mi riguardano. E nel processo d'appello conclusosi ieri a Palermo io non ero imputato.
La sentenza che mi riguarda, che mi ha assolto in primo e secondo grado e divenuta definitiva con il giudizio della Cassazione, dice una cosa molto semplice: 'Ammesso che ci sia stata la trattativa. Mannino non è stato nè la causa nè il fine'.
Piero Sansonetti, direttore de Il Riformista
Il giornslismo italiano esce distrutto dalla sentenza di Palermo. Risulta per quello che è: un gruppo di incapaci di pensare, al servizio della parte peggiore e meno professionale della magistratura. Calunniatori. linciatori. Bisogna ripartire da zero. Da una nuova generazione.
Paolo Gerbaudo, sociologo
Quindi la trattativa c'è stata come dice la sentenza, ma il problema sono i giornalisti? E io che ogni volta devo spiegare agli amici all'estero come sia possibile che in Italia c'è ancora la mafia.
Enrico Costa, parlamentare di Azione
Il processo “trattativa” è stato, per molti che l’hanno condotto, PM o Giudici, un trampolino verso la politica o il CSM. Hanno sfruttato i riflettori per fare carriera, ora che ci sono le macerie sono su un palcoscenico a spiegarci come riformare la giustizia.
Tiziana Maiolo, giornalista e scrittrice
L’assoluzione di Marcello Dell’Utri e dei dirigenti del Ros segna una svolta nell’amministrazione della giustizia. È la sconfitta del circo mediatico-giudiziario che ci ha avvelenato per 30 anni.
Debora Bergamini, parlamentare F.I.
Chissà se qualcuno chiederà mai scusa a Marcello Dell’Utri, al colonnello De Donno e ai generali Mori e Subranni per questi lunghi anni di linciaggio mediatico e giuridico. Ora giustizia è fatta ma nessuno potrà restituire il tempo e la serenità perduti.
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