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venerdì 24 settembre 2021

Motivi per riflettere. Noi gente del XXI secolo

Detti e Fatti

Il presidente della corte d'assise d'appello Angelo Pellino scandisce: "In parziale riforma della sentenza emessa dalla corte d'assise di Palermo il 20 aprile 2018 assolve". Prima, cita i nomi degli ex ufficiali del Ros dei carabinieri: "Giuseppe De Donno, Mario Mori e Subranni". Assolti perché il "fatto non costituisce reato". Poi, cita l'ex senatore Marcello Dell'Utri: anche lui assolto, "per non avere commesso il fatto". In mezzo, ci sono i mafiosi, che vengono invece condannati. Leoluca Bagarella, il cognato del capo dei capi Salvatore Riina: 27 anni, un anno in meno rispetto al primo grado. Antonino Cinà, il medico personale del padrino: confermata la condanna a 12 anni.

Cala un silenzio pesante nell'aula bunker del carcere di Pagliarelli. I sostituti procuratori generali, ma anche gli avvocati difensori sono immobili. In 50 secondi, due giudici togati e sei giudici popolari hanno cancellato e riscritto tredici anni di inchieste e udienze.  (La Repubblica).

"Domani", quotidiano

I generali dei carabinieri hanno dialogato con Cosa Nostra ma il fatto non è reato. L’appello ribalta la sentenza di primo grado ma non restituisce la complessità della storia di quegli anni.

Calogero Mannino, ex ministro della Repubblica

"Mi sono dato una regola, quella di non commentare i processi che non mi riguardano. E nel processo d'appello conclusosi ieri a Palermo io non ero imputato.

La sentenza che mi riguarda, che mi ha assolto in primo e secondo grado e divenuta definitiva con il giudizio della Cassazione, dice una cosa molto semplice: 'Ammesso che ci sia stata la trattativa. Mannino non è stato nè la causa nè il fine'.

Piero Sansonetti, direttore de Il Riformista

Il giornslismo italiano esce distrutto dalla sentenza di Palermo. Risulta per quello che è: un gruppo di incapaci di pensare, al servizio della parte peggiore e meno professionale della magistratura. Calunniatori. linciatori. Bisogna ripartire da zero. Da una nuova generazione.

Paolo Gerbaudo, sociologo

Quindi la trattativa c'è stata come dice la sentenza, ma il problema sono i giornalisti? E io che ogni volta devo spiegare agli amici all'estero come sia possibile che in Italia c'è ancora la mafia.

Enrico Costa, parlamentare di Azione

Il processo “trattativa” è stato, per molti che l’hanno condotto, PM o Giudici, un trampolino verso la politica o il CSM. Hanno sfruttato i riflettori per fare carriera, ora che ci sono le macerie sono su un palcoscenico a spiegarci come riformare la giustizia.

Tiziana Maiolo, giornalista e scrittrice

L’assoluzione di Marcello Dell’Utri e dei dirigenti del Ros segna una svolta nell’amministrazione della giustizia. È la sconfitta del circo mediatico-giudiziario che ci ha avvelenato per 30 anni.

Debora Bergamini, parlamentare F.I.

Chissà se qualcuno chiederà mai scusa a Marcello Dell’Utri, al colonnello De Donno e ai generali Mori e Subranni per questi lunghi anni di linciaggio mediatico e giuridico. Ora giustizia è fatta ma nessuno potrà restituire il tempo e la serenità perduti.

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