Estratti dalla
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE
D'INCHIESTA SULL'ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI PER LA RICOSTRUZIONE
E LA RIPRESA SOCIO - ECONOMICA DEI TERRITORI DELLA VALLE DEL BELICE
COLPITI DAI TERREMOTI DEL GENNAIO 1968
(Istituita con legge 30 marzo 1978, n. 96)
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CAPITOLO VIII
L'APPROVVIGIONAMENTO IDRICO
Interventi di riparazione e di potenziamento degli impianti idrici effettuati dopo gli eventi sismici. (318)
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Le foto sulle pagine di questa articolazione della Relazione sul Belice riguardano i vari paesi della Valle del Belice e sono liberamente scelte dal blog.
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Il sistema acquedottistico, da cui dipende l'approvvigionamento
idropotabile di 14 tra i 21 comuni più gravemente colpiti dal terremoto
— inclusi quelli interamente da trasferire — e perciò anche l'alimentazione dei servizi idrici dèi più grossi insediamenti di baracche, è stato
oggetto nella prima fase (dal 1968 al 1970) di pronto intervento, per il
ripristino degli impianti danneggiati dal sisma e per la costruzione delle
reti interne di distribuzione alla popolazione insediata nelle baracche. Tale pronto intervento è avvenuto a cura degli uffici provinciali
dèi Genio Civile di Palermo, Agrigento e Trapani — ed ha importato una
spesa complessiva (inclusa la costruzione delle reti idriche e di fógnatura per 20 insediamenti provvisori di baracche) di lire 3.170.855.444.
La spesa, in relazione all'entità delle popolazioni delle baraccopoli,
appare congrua ai servizi prestati, anche se questi sono stati previsti
-—e giustamente '— con carattere provvisorio.
Dopo il 1970 si sono avuti interventi, a cura dell'Ispettorato generale
per le zone terremotate, di risanamento e di ampliamento dell'acquedotto
Montescuro Ovest, eon la ricostruzione di 5 Km. e 495 m. della condotta
principale, delle diramazioni esterne per Sambuca, S. Margherita Belice,
Salemi, Vita, Calatafimi e nuovo centro di Salaparuta, oltre alla costruzione del nuovo acquedotto (alimentato dalle sorgenti Bingo) di Roccamena con relativo serbatoio e réte distributiva interna, nonché con la
costruzione della rete di distribuzione nel comune di Campobello di
Mazara, anche questa alimentata autonomamente rispetto al sistema
acquedottistico di Montescuro Ovest.
Le somme spese in questi interventi, alcuni dei quali effettuati negli
anni più recenti (1977 -e- 1980), ammontano per difetto (mancando l'indicazione dell'importo di qualche lavoro ed essendo l'importo di altri,
quello a base d'asta esclusa la revisione dei prezzi e le eventuali perizie
suppletive) a lire 1.139.566.825.
Inoltre, attraverso le Sezioni Autonome delle tre Provincie di Palermo, Agrigento e Trapani, che dipendono dallo stesso Ispettorato sono
stati eseguiti lavori per la rete idrica del vecchio e nuovo eentro di Camporeale, per il serbatoio di Contessa Entellina e per la rete idrica del suo
nuovo centro, così come per la rete idrica del nuovo centro di Chiusa
Selafani; è stato altresì costruito l'acquedotto di Favarotta per l'approvvigionamento idropotabile di Menfi (portata 19 litri/secondo); sono stati
costruiti serbatoi e reti idriche per i nuovi centri di Menfi, di Montevago, di Sambuca e di S. Margherita Belice; infine sono state costruite
le reti idriche per i nuovi centri dei comuni di Calatafimi (per questo, provvedendo anche ai serbatoi), di Partanna, S. Ninfa, Salaparuta,
Gibellina, Poggioreale, Salemi e Vita.
In totale sono stati serviti 16 nuovi centri per quanto riguarda la
distribuzione idrica interna, oltre all'acquedotto di Favarotta ed alle
reti interne di 2 vecchi centri (Camporeale e Roccamena) con un importo
complessivo di lavori indicato in lire 5.235.392.941.
Il Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Sicilia ha poi finanziato i lavori di costruzione delle diramazioni esterne per il nuovo centro
di Gibellina e per S. Ninfa, nonché le opere di adduzione dell'acqua
captata alle sorgenti Grancio, per un complessivo importo di spesa di
lire 391.777.895.
La Cassa per il Mezzogiorno ha, infine, finanziato le opere di captazione delle sorgenti Grancio, appena sopra menzionate, di quelle della
Madonna della Scala (entrambi i gruppi di sorgenti per il potenziamento
delle disponibilità del sistema acquedottistico Montescuro Ovest), nonché i lavori di captazione delle sorgenti Ciokali per l'alimentazione del
comune di Contessa Entellina, per un importo di spesa complessivo di
lire 413.970.000.
E' da precisare che i lavori finanziati dall'Ispettorato generale per
le zone terremotate, dal Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Sicilia e dalla Cassa, quando non siano stati eseguiti per mezzo degli uffici
dipendenti (Sezioni Autonome od Uffici del Genio Civile), sono stati
appaltati e gestiti dall'Ente Acquedotti Siciliani (EAS) per un importo
complessivo da ritenersi in difetto, di lire 1.780.962.720 (lire 1.139.566.825
~ lire 391.777.895 + lire 249.618.000). Sono stati invece affidati in concessione al comune di Contessa Entellina dalla Cassa i lavori di captazione
delle sorgenti Ciokali già innanzi menzionati, per lire 164.352.000.
In definitiva risultano erogate dallo Stato per l'attuazione dei Servizi idrici nelle zone terremotate della Valle del Belice somme per un
ammontare di lire 10.351.563.105, di cui poco più del 30 per cento per le
baraccopoli e perciò a carattere provvisorio.
Tale cifra, desunta dalla citata relazione Mongiardini, è da considerarsi, come si è già accennato, corrispondente ad una spesa calcolata
per difetto, perchè: manca l'importo della fornitura dei tubi per la condotta principale dell'acquedotto esterno Montescuro Ovest; manca l'importo dei lavori relativi all'acquedotto esterno di Roccamena alimentato
dalle sorgenti Bingo; per alcune opere è stato indicato nella detta relazione il solo importo a base d'asta; e per quasi tutte non viene precisato
se l'importo dei lavori sia comprensivo della revisione prezzi, per cui
è da presumere che non lo sia.
Pertanto, tenuto conto che ciascuno appalto o lavoro è durato dai
2 ai 6 anni, gli esperti della Commissione calcolano che l'ammontare
delle somme effettivamente erogate possa raggiungere i 15 miliardi.
Nei riguardi delle reti interne, oltre alla costruzione, ovviamente
prioritaria, delle reti di distribuzione all'interno della baraccopoli, si è
proceduto alla sistemazione delle reti dei vecchi centri ed alla realizzazione delle reti dei nuovi centri con qualche slittamento dei tempi a
favore degli abitati rimasti in sito.
Mentre l'Ente Acquedotti Siciliani (EAS) ha avuto un ruolo centrale
sia nella progettazione che nella esecuzione degli interventi sulle opere acquedottistiche esterne, le reti interne — tranne qualche eccezione
dove i lavori sono stati affidati in concessione al Comune interessato —
sono state eseguite dalle Sezioni autonome dipendenti dall'Ispettorato
generale per le zone terremotate, mentre quelle a carattere provvisorio
per i grossi insediamenti di baracche sono state attuate dagli Uffici del
Genio Civile dipendenti dal Provveditorato regionale alle opere pubbliche per la Sicilia.
Opere progettate dall'EAS.
Come si è già innanzi accennato, l'EAS ha curato la redazione oltre
che del progetto generale di « ristrutturazione dell'acquedotto Montescuro
Ovest », elemento principale di coordinamento degli interventi effettuati
ed in corso sull'acqudotto, anche dei progetti esecutivi della ricostruzione dell'adduttrice principale (dal Km. 40+230 al Km. 45+730);
delle diramazioni esterne per S. Ninfa, per Sambuca, per S. Margherita
Belice, Salemi, Vita e Calatafimi, per il nuovo centro di Gibellina e per
il nuovo centro di Salaparuta; dell'allacciamento delle sorgenti Grancio,
dell'acquedotto di Roccamena alimentato dalle sorgenti Bingo; della rete
di distribuzione e del serbatoio dello stesso abitato di Roccamena; della
rete di distribuzione di Campobello di Mazara.
I suindicati progetti sono stati finanziati ed approvati, come si è
innanzi detto, dall'Ispettorato generale per le zone terremotate in gran
parte, ma anche dal Provveditorato regionale alle opere pubbliche e dalla
Cassa e sono stati poi attuati, mediante affidamenti in concessione, dallo
stesso EAS.
Perdite delle reti idriche interne
Dopo gli interventi di riparazione, risanamento, potenziamento dell'acquedotto esterno, sono segnalati alcuni inconvenienti (perdite) derivanti da corrosioni solo nella condotta diramatrice per il nuovo centro
di Gibellina (costruzione finanziata dal Provveditorato, progettata ed
eseguita dall'EAS nel biennio 1976-77) qualche anno dopo (1978-79).
Nelle reti idriche nuove si sono segnalati danni alle tubazioni con
perdite in corrispondenza delle saracinesche, solo per il nuovo centro
di Contessa Entellina (lavori progettati ed eseguiti tra il 1970 ed il 1975
dalla Sezione autonoma di Palermo, dipendente dall'Ispettorato generale
per le zone terremotate).
Più o meno diffuse perdite vengono invece segnalate — sempre
secondo l'EAS — lungo le reti di distribuzione nei vecchi centri di Salemi
e Vita, per le quali, però risultano solo negli ultimi anni (1978-79-80)
effettuati numerosi e frequenti piccoli interventi di riparazione specialmente nell'abitato di Salemi (mediamente 197 interventi per anno) con
una spesa media per intervento di lire 165.000. Ciò che denota uno stato
di precarietà delle reti in questione.
Notevoli perdite sono lamentate dall'EAS per quanto riguarda la
distribuzione idrica nelle baraccopoli a causa di corrosioni, fino a perforazione delle tubazioni; perdite che non possono essere facilmente eliminate, per insufficiente conoscenza della ubicazione delle reti e di altri
elementi tecnici. Tali reti sono state, come si è già accennato, costruite dagli Uffici del Genio Civile competenti (Palermo, Agrigento, Trapani),
facenti capo al Provveditorato regionale alle opere pubbliche, nel primo
biennio successivo al terremoto (1968-70), con materiali e caratteristiche
dimensionali non rispondenti ad un lungo esercizio e ad esigenze che
non siano di emergenza.
Inoltre, vi è anche denunciato un uso irregolare dell'acqua potabile.
E' certo, comunque, che i consumi in base ai rilevamenti curati dall'EAS
con misurazioni (o valutazioni) fatte alle testate delle reti dei singoli
insediamenti di baracche sono cresciuti anno per anno, nonostante il
graduale trasferimento dei baraccati nei nuovi centri, tanto che si è
passati da un consumo complessivo (per 13 centri di baracche) di
1.288.483 me. nell'anno 1971 ad uno (per 10 centri, essendone stati eliminati tre) di 1.835.439 me.
Condizioni di esercizio e di manutenzione dell'acquedotto esterno Montescuro Ovest.
Secondo i dati acquisiti, vi sono carenze di disponibilità idriche per la insufficienza delle portate di acqua captata alle sorgenti,
resa più acuta in qualche anno per siccità. Inoltre il sistema acquedottistico esterno non sembra sia equilibrato in tutto il suo complesso,
per quanto riguarda i deflussi, risultando alcuni tratti rispondenti al
servizio cui sono destinati ed altri in misura decisamente minore.
In tale situazione assumono carattere di particolare gravità, per il
disagio derivante alle popolazioni servite — in misura diversa ma sempre sensibile — le interruzioni dell'esercizio (ed anche le riduzioni di
erogazione) provocate da interventi frequenti di riparazione dell'acquedotto. Dette interruzioni risultano in numero crescente anno per anno
(dalle 120 ore del 1970 alle 816 ore del 1979) con una durata complessiva
di fuori servizio degli impianti pari a 1/10 -5- 1/11 delle ore di funzionamento in un anno, considerato continuo 24 ore su 24.
Gli interventi di cui si tratta, riguardanti le opere esterne, sono
dovuti a rotture per cedimenti o franamenti dei terreni di posa delle
condotte, a sfilamenti di tubi e mancata tenuta dei giunti per le stesse
cause, ad avaria di impianti di sollevamento o di altre apparecchiature,
oltre che, anche se più raramente, ad usura dei materiali costituenti le
tubazioni.
Gli interventi effettuati sulla condotta adduttrice, che è l'asse portante dell'acquedotto « Montescuro Ovest », sono stati limitati alla sostituzione di circa 5 Km. e mezzo di tubazioni sui circa 98 Km. dell'intera
sua lunghezza; recentemente si è dovuto provvedere al risanamento di
un tratto dell'adduttrice, tra le progressive 22.022 e 24.700 (mi. 2.678),
soggetto a continuo guasti per smottamento dei terreni in conseguenza
di piogge, con una linea provvisoria.
Per quanto riguarda invece le perdite nell'acquedotto esterno, queste
possono ritenersi contenute nei limiti accettabili in considerazione della
lunghezza (circa 100 Km.) della adduttrice, dotata tuttavia, di organi di
sezionamento e di apparecchi di misura e di controllo, anche in testa alle
diramazioni.
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