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giovedì 9 settembre 2021

Contessa Entellina. Quella domenica di cinquantatre anni fa

 Estratti dalla  

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE 

D'INCHIESTA SULL'ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI PER LA RICOSTRUZIONE 

E LA RIPRESA SOCIO - ECONOMICA DEI TERRITORI DELLA VALLE DEL BELICE 

COLPITI DAI TERREMOTI DEL GENNAIO 1968 

(Istituita con legge 30 marzo 1978, n. 96)  

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CAPITOLO VIII

L'APPROVVIGIONAMENTO IDRICO 

Interventi di riparazione e di potenziamento degli impianti idrici effettuati dopo gli eventi sismici. (318)

Le foto sulle pagine di questa
articolazione della Relazione
sul Belice riguardano i vari
paesi  della  Valle del Belice
e sono liberamente scelte
dal blog.

 Il sistema acquedottistico, da cui dipende l'approvvigionamento idropotabile di 14 tra i 21 comuni più gravemente colpiti dal terremoto — inclusi quelli interamente da trasferire — e perciò anche l'alimentazione dei servizi idrici dèi più grossi insediamenti di baracche, è stato oggetto nella prima fase (dal 1968 al 1970) di pronto intervento, per il ripristino degli impianti danneggiati dal sisma e per la costruzione delle reti interne di distribuzione alla popolazione insediata nelle baracche. 
  Tale pronto intervento è avvenuto a cura degli uffici provinciali dèi Genio Civile di Palermo, Agrigento e Trapani — ed ha importato una spesa complessiva (inclusa la costruzione delle reti idriche e di fógnatura per 20 insediamenti provvisori di baracche) di lire 3.170.855.444. 
  La spesa, in relazione all'entità delle popolazioni delle baraccopoli, appare congrua ai servizi prestati, anche se questi sono stati previsti -—e giustamente '— con carattere provvisorio. 
  Dopo il 1970 si sono avuti interventi, a cura dell'Ispettorato generale per le zone terremotate, di risanamento e di ampliamento dell'acquedotto Montescuro Ovest, eon la ricostruzione di 5 Km. e 495 m. della condotta principale, delle diramazioni esterne per Sambuca, S. Margherita Belice, Salemi, Vita, Calatafimi e nuovo centro di Salaparuta, oltre alla costruzione del nuovo acquedotto (alimentato dalle sorgenti Bingo) di Roccamena con relativo serbatoio e réte distributiva interna, nonché con la costruzione della rete di distribuzione nel comune di Campobello di Mazara, anche questa alimentata autonomamente rispetto al sistema acquedottistico di Montescuro Ovest.  
  Le somme spese in questi interventi, alcuni dei quali effettuati negli anni più recenti (1977 -e- 1980), ammontano per difetto (mancando l'indicazione dell'importo di qualche lavoro ed essendo l'importo di altri, quello a base d'asta esclusa la revisione dei prezzi e le eventuali perizie suppletive) a lire 1.139.566.825. 
  Inoltre, attraverso le Sezioni Autonome delle tre Provincie di Palermo, Agrigento e Trapani, che dipendono dallo stesso Ispettorato sono stati eseguiti lavori per la rete idrica del vecchio e nuovo eentro di Camporeale, per il serbatoio di Contessa Entellina e per la rete idrica del suo nuovo centro, così come per la rete idrica del nuovo centro di Chiusa Selafani; è stato altresì costruito l'acquedotto di Favarotta per l'approvvigionamento idropotabile di Menfi (portata 19 litri/secondo); sono stati costruiti serbatoi e reti idriche per i nuovi centri di Menfi, di Montevago, di Sambuca e di S. Margherita Belice; infine sono state costruite le reti idriche per i nuovi centri dei comuni di Calatafimi (per questo, provvedendo anche ai serbatoi), di Partanna, S. Ninfa, Salaparuta, Gibellina, Poggioreale, Salemi e Vita. 
  In totale sono stati serviti 16 nuovi centri per quanto riguarda la distribuzione idrica interna, oltre all'acquedotto di Favarotta ed alle reti interne di 2 vecchi centri (Camporeale e Roccamena) con un importo complessivo di lavori indicato in lire 5.235.392.941. 
  Il Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Sicilia ha poi finanziato i lavori di costruzione delle diramazioni esterne per il nuovo centro di Gibellina e per S. Ninfa, nonché le opere di adduzione dell'acqua captata alle sorgenti Grancio, per un complessivo importo di spesa di lire 391.777.895. 
  La Cassa per il Mezzogiorno ha, infine, finanziato le opere di captazione delle sorgenti Grancio, appena sopra menzionate, di quelle della Madonna della Scala (entrambi i gruppi di sorgenti per il potenziamento delle disponibilità del sistema acquedottistico Montescuro Ovest), nonché i lavori di captazione delle sorgenti Ciokali per l'alimentazione del comune di Contessa Entellina, per un importo di spesa complessivo di lire 413.970.000. 
  E' da precisare che i lavori finanziati dall'Ispettorato generale per le zone terremotate, dal Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Sicilia e dalla Cassa, quando non siano stati eseguiti per mezzo degli uffici dipendenti (Sezioni Autonome od Uffici del Genio Civile), sono stati appaltati e gestiti dall'Ente Acquedotti Siciliani (EAS) per un importo complessivo da ritenersi in difetto, di lire 1.780.962.720 (lire 1.139.566.825 ~ lire 391.777.895 + lire 249.618.000). Sono stati invece affidati in concessione al comune di Contessa Entellina dalla Cassa i lavori di captazione delle sorgenti Ciokali già innanzi menzionati, per lire 164.352.000. 
  In definitiva risultano erogate dallo Stato per l'attuazione dei Servizi idrici nelle zone terremotate della Valle del Belice somme per un ammontare di lire 10.351.563.105, di cui poco più del 30 per cento per le baraccopoli e perciò a carattere provvisorio. 
  Tale cifra, desunta dalla citata relazione Mongiardini, è da considerarsi, come si è già accennato, corrispondente ad una spesa calcolata per difetto, perchè: manca l'importo della fornitura dei tubi per la condotta principale dell'acquedotto esterno Montescuro Ovest; manca l'importo dei lavori relativi all'acquedotto esterno di Roccamena alimentato dalle sorgenti Bingo; per alcune opere è stato indicato nella detta relazione il solo importo a base d'asta; e per quasi tutte non viene precisato se l'importo dei lavori sia comprensivo della revisione prezzi, per cui è da presumere che non lo sia. 
  Pertanto, tenuto conto che ciascuno appalto o lavoro è durato dai 2 ai 6 anni, gli esperti della Commissione calcolano che l'ammontare delle somme effettivamente erogate possa raggiungere i 15 miliardi. 
  Nei riguardi delle reti interne, oltre alla costruzione, ovviamente prioritaria, delle reti di distribuzione all'interno della baraccopoli, si è proceduto alla sistemazione delle reti dei vecchi centri ed alla realizzazione delle reti dei nuovi centri con qualche slittamento dei tempi a favore degli abitati rimasti in sito. 
  Mentre l'Ente Acquedotti Siciliani (EAS) ha avuto un ruolo centrale sia nella progettazione che nella esecuzione degli interventi sulle opere acquedottistiche esterne, le reti interne — tranne qualche eccezione dove i lavori sono stati affidati in concessione al Comune interessato — sono state eseguite dalle Sezioni autonome dipendenti dall'Ispettorato generale per le zone terremotate, mentre quelle a carattere provvisorio per i grossi insediamenti di baracche sono state attuate dagli Uffici del Genio Civile dipendenti dal Provveditorato regionale alle opere pubbliche per la Sicilia.

Opere progettate dall'EAS. 
  Come si è già innanzi accennato, l'EAS ha curato la redazione oltre che del progetto generale di « ristrutturazione dell'acquedotto Montescuro Ovest », elemento principale di coordinamento degli interventi effettuati ed in corso sull'acqudotto, anche dei progetti esecutivi della ricostruzione dell'adduttrice principale (dal Km. 40+230 al Km. 45+730); delle diramazioni esterne per S. Ninfa, per Sambuca, per S. Margherita Belice, Salemi, Vita e Calatafimi, per il nuovo centro di Gibellina e per il nuovo centro di Salaparuta; dell'allacciamento delle sorgenti Grancio, dell'acquedotto di Roccamena alimentato dalle sorgenti Bingo; della rete di distribuzione e del serbatoio dello stesso abitato di Roccamena; della rete di distribuzione di Campobello di Mazara. 
 I suindicati progetti sono stati finanziati ed approvati, come si è innanzi detto, dall'Ispettorato generale per le zone terremotate in gran parte, ma anche dal Provveditorato regionale alle opere pubbliche e dalla Cassa e sono stati poi attuati, mediante affidamenti in concessione, dallo stesso EAS.  

Perdite delle reti idriche interne
  Dopo gli interventi di riparazione, risanamento, potenziamento dell'acquedotto esterno, sono segnalati alcuni inconvenienti (perdite) derivanti da corrosioni solo nella condotta diramatrice per il nuovo centro di Gibellina (costruzione finanziata dal Provveditorato, progettata ed eseguita dall'EAS nel biennio 1976-77) qualche anno dopo (1978-79). 
  Nelle reti idriche nuove si sono segnalati danni alle tubazioni con perdite in corrispondenza delle saracinesche, solo per il nuovo centro di Contessa Entellina (lavori progettati ed eseguiti tra il 1970 ed il 1975 dalla Sezione autonoma di Palermo, dipendente dall'Ispettorato generale per le zone terremotate). 
  Più o meno diffuse perdite vengono invece segnalate — sempre secondo l'EAS — lungo le reti di distribuzione nei vecchi centri di Salemi e Vita, per le quali, però risultano solo negli ultimi anni (1978-79-80) effettuati numerosi e frequenti piccoli interventi di riparazione specialmente nell'abitato di Salemi (mediamente 197 interventi per anno) con una spesa media per intervento di lire 165.000. Ciò che denota uno stato di precarietà delle reti in questione. 
  Notevoli perdite sono lamentate dall'EAS per quanto riguarda la distribuzione idrica nelle baraccopoli a causa di corrosioni, fino a perforazione delle tubazioni; perdite che non possono essere facilmente eliminate, per insufficiente conoscenza della ubicazione delle reti e di altri elementi tecnici. Tali reti sono state, come si è già accennato, costruite dagli Uffici del Genio Civile competenti (Palermo, Agrigento, Trapani), facenti capo al Provveditorato regionale alle opere pubbliche, nel primo biennio successivo al terremoto (1968-70), con materiali e caratteristiche dimensionali non rispondenti ad un lungo esercizio e ad esigenze che non siano di emergenza. 
  Inoltre, vi è anche denunciato un uso irregolare dell'acqua potabile. E' certo, comunque, che i consumi in base ai rilevamenti curati dall'EAS con misurazioni (o valutazioni) fatte alle testate delle reti dei singoli insediamenti di baracche sono cresciuti anno per anno, nonostante il graduale trasferimento dei baraccati nei nuovi centri, tanto che si è passati da un consumo complessivo (per 13 centri di baracche) di 1.288.483 me. nell'anno 1971 ad uno (per 10 centri, essendone stati eliminati tre) di 1.835.439 me.

Condizioni di esercizio e di manutenzione dell'acquedotto esterno Montescuro Ovest. 
  Secondo i dati acquisiti, vi sono carenze di disponibilità idriche per la insufficienza delle portate di acqua captata alle sorgenti, resa più acuta in qualche anno per siccità. Inoltre il sistema acquedottistico esterno non sembra sia equilibrato in tutto il suo complesso, per quanto riguarda i deflussi, risultando alcuni tratti rispondenti al servizio cui sono destinati ed altri in misura decisamente minore. 
  In tale situazione assumono carattere di particolare gravità, per il disagio derivante alle popolazioni servite — in misura diversa ma sempre sensibile — le interruzioni dell'esercizio (ed anche le riduzioni di erogazione) provocate da interventi frequenti di riparazione dell'acquedotto. Dette interruzioni risultano in numero crescente anno per anno (dalle 120 ore del 1970 alle 816 ore del 1979) con una durata complessiva di fuori servizio degli impianti pari a 1/10 -5- 1/11 delle ore di funzionamento in un anno, considerato continuo 24 ore su 24. 
  Gli interventi di cui si tratta, riguardanti le opere esterne, sono dovuti a rotture per cedimenti o franamenti dei terreni di posa delle condotte, a sfilamenti di tubi e mancata tenuta dei giunti per le stesse cause, ad avaria di impianti di sollevamento o di altre apparecchiature, oltre che, anche se più raramente, ad usura dei materiali costituenti le tubazioni. 
  Gli interventi effettuati sulla condotta adduttrice, che è l'asse portante dell'acquedotto « Montescuro Ovest », sono stati limitati alla sostituzione di circa 5 Km. e mezzo di tubazioni sui circa 98 Km. dell'intera sua lunghezza; recentemente si è dovuto provvedere al risanamento di un tratto dell'adduttrice, tra le progressive 22.022 e 24.700 (mi. 2.678), soggetto a continuo guasti per smottamento dei terreni in conseguenza di piogge, con una linea provvisoria. 
  Per quanto riguarda invece le perdite nell'acquedotto esterno, queste possono ritenersi contenute nei limiti accettabili in considerazione della lunghezza (circa 100 Km.) della adduttrice, dotata tuttavia, di organi di sezionamento e di apparecchi di misura e di controllo, anche in testa alle diramazioni.
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