riceviamo e volentieri pubblichiamo
DOVE C’E’ “CASTA” C’E’ ITALIA…
(PILLOLE DI SPENDING REVIEW)
N° 1 - IL COSTO DELLA REPUBBLICA
Quanto
costano i “Palazzi” del Potere?
Quanto costa
agli Italiani mantenere un tanto pletorico quanto ipertrofico apparato politico-istituzionale?
Che la (Casta)
politica italiana sia la più costosa d’Europa (probabilmente tra le più dispendiose
al mondo!) è un fatto notorio…
L’ITALIA, rispetto agli altri paesi
europei, SPENDE in media IL 30% IN PIU’ PER I COSTI DELLA POLITICA.
Per l’esattezza (dati Uil):
- OGNI CONTRIBUENTE DESTINA AL MANTENIMENTO DELLA macchina della REPUBBLICA circa “646 EURO” L’ANNO;
-
e
I COSTI DELLA POLITICA ITALIANA (diretti
e indiretti) AMMONTANO A circa “24,7 MILIARDI”
DI EURO (cifra, per
intendersi, pari al 2% del Pil nazionale e ad oltre il 12% dell’intero
gettito Irpef!).
Più in dettaglio (secondo quanto emerge
dai rapporti sui costi della politica presentati da Uil e Confindustria):
-
GLI ORGANI DELLO STATO centrale (Presidenza
della Repubblica, Camera, Senato, Corte Costituzionale, Presidenza del
Consiglio e Ministeri) COSTANO ai
cittadini “3,2 MILIARDI” DI EURO l’anno
(in media, 82 euro per ogni contribuente!);
-
le
quattro più alte Istituzioni dello Stato (QUIRINALE,
SENATO, CAMERA E CONSULTA) pesano
sulle tasche degli Italiani per “2,2 MILIARDI” DI EURO;
-
il solo funzionamento della PRESIDENZA DEL CONSIGLIO (dati 2011) comporta spese per “477 MILIONI”;
-
i costi per il
funzionamento dei MINISTERI (dati 2011) ammontano a “226 MILIONI”;
-
per gli Organi di REGIONI, PROVINCE E COMUNI (Giunte
e Consigli) si spendono “3,3 MILIARDI” (ossia 85 euro per contribuente!);
-
ed
Organi quali la Corte dei Conti, il Consiglio di Stato, il CNEL, il CSM ed
il Consiglio Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia pesano sul bilancio dello Stato per “529 milioni” di euro.
Spulciando i conti delle due Camere, poi, si scopre
che:
-
dal 2001 al 2011,
il bilancio della CAMERA DEI DEPUTATI è
salito da 749 milioni di euro ad oltre “1 MILIARDO e 70 MILIONI”;
-
mentre il bilancio del SENATO DELLA REPUBBLICA è
passato da 349 milioni nel 2001 a “603
MILIONI” nel 2011.
Secondo
la Banca d’Italia, in barba a ogni crisi, DAL 2001 AL 2010 LA SPESA PER LA PUBBLICA AMINISTRAZIONE E’ PASSATA (in rapporto al Pil)
dal 48,1% AL 51,2%.
“Questo
è il normale costo di ogni democrazia”, si sostiene…
Ma
quanto è “normale” il fatto che IN
FRANCIA L’ELISEO E IL PARLAMENTO COSTANO “900 milioni” di euro l’anno (MENO CHE
LA META’ DELLE PARI ISTITUZIONI ITALIANE) e in Spagna soli “700 milioni”?
Come
spiegare il fatto che IN SPAGNA IL
CONGRESSO DEI DEPUTATI COSTA soltanto “100 milioni” (MENO DI UN DECIMO DI
MONTECITORIO)???
Come dar conto del dato “impressionante”
per il quale (fonte la Stampa, 30/01/2012)
IL PARLAMENTO ITALIANO COSTA PIU’ DELLA
SOMMA DEGLI ALTRI QUATTRO GRANDI PARLAMENTI NAZIONALI D’EUROPA (la Bundestaq, la Assemblée Nationale, la House of Commons e il Congreso de
Los Deputados), i cui costi di
funzionamento solo complessivamente ammontano a 3,18 miliardi di euro l’anno?!
Come
giustificare il fatto che (sempre secondo la Stampa) OGNI CITTADINO ITALIANO SPENDE “27,15 EURO” l’anno SOLO PER mantenere LA
CAMERA DEI DEPUTATI, mentre:
-
uno francese 8,11 euro per la
Assemblée Nationale (tre volte
meno che in Italia);
-
uno inglese 4,18 euro per la House
of Commons (quasi
sette volte meno);
-
ed uno spagnolo 2,14 euro per il
Congreso de Los Deputados (dieci volte meno)???
Cosa giustifica
simili “sproporzioni”?
Delle
due l’una:
a-
o l’Italia vanta
la classe dirigente “migliore” al mondo, che conseguentemente merita anche un trattamento “unico” al mondo (il che, non fosse per altro, si
contraddice con la constatazione d’avere l’unica classe politica, al pari di quella
greca, al contempo “commissariata” da un tecnico, “sfiduciata” dall’Europa e
“screditata” da ogni agenzia di rating!);
b-
oppure siamo di
fronte alla più grande “truffa” orchestrata ai danni di un’intera Nazione da
una vera e propria “Associazione politica a delinquere”!
Per quanto altro
tempo tale odioso “spread” (tra il costo della politica italiana e d’oltralpe)
sarà tollerabile???
LA
DEMOCRAZIA HA certamente UN COSTO, tanto fisiologico quanto irrinunciabile…
MA LA POLITICA ITALIANA HA RAGGIUNTO COSTI che
definire “PATOLOGICI” è dir poco!
Il
debito pubblico italiano ormai si attesta sui “2.000 miliardi” di euro, i conti
dello Stato hanno più buchi di una gruviera (il pareggio di bilancio nel 2013 è
solo un’ipotesi…), la finanza pubblica rischia il collasso (il debito pubblico
ha superato quota 123% sul Pil, mentre molti enti locali rischiano il dissesto
finanziario), la “stagflazione” è dietro l’angolo (una fase di pesante
recessione coniugata ad una perdurante inflazione…).
In
questo scenario l’aumento delle tasse per “far cassa” non è più una strada
percorribile (la pressione fiscale italiana “effettiva” o legale, secondo gli
ultimi dati della Confcommercio del luglio 2012, si attesta al 55%, facendo
registrare un record mondiale!).
Prima
di trovarsi costretti a metter mano al welfare ed alla spesa sociale, ovvero a
tagli sulla “viva carne” delle persone (dai licenziamenti nel pubblico impiego
alla cancellazione delle tredicesime…), è dunque un “dovere morale” per la
classe politica mostrare un “sussulto di dignità”: provvedere da subito ad un
taglio netto della spesa pubblica “parassitaria”!
In Italia è proprio la politica il principale terreno fertile per
“sprechi e privilegi”.
Per
tutto questo TAGLIARE I COSTI DELLA
POLITICA E LA SPESA PUBBLICA IMPRODUTTIVA NON E’ PIU’ UN’OPPORTUNITA’ BENSI’
UNA NECESSITA’ per il Paese!
LA CRISI
economica e finanziaria NON HA CAUSE ESCLUSIVAMENTE ENDOGENE, essendo legata a
filo stretto alla capacità di autoriformarsi dell’Europa ed alle strategie
occulte della speculazione internazionale.
MA SULL’ITALIA PESA, diversamente o più che
in altri paesi, anche L’INSOPPORTABILE
FARDELLO di una classe dirigente inadeguata, DI UNA POLITICA “GATTOPARDESCA” sempre
più obesa ed ingorda (praticamente un’“oligarchia insaziabile”!).
OGNI singolo CITTADINO PUO’ BEN
POCO CONTRO LO STRAPOTERE DI CASTE consolidate, DI LOBBY coalizzate, DI POTERI
FORTI ben radicati…
MA UN POPOLO CHE NON SENTE IL BISOGNO DI “INDIGNARSI” di fronte a insostenibili “sprechi” e insopportabili “privilegi”, che non mostra alcun moto di ribellione dinanzi
all’autoreferenzialità, all’affarismo ed al professionismo politico di
un’intera classe dirigente, E’ semplicemente UN POPOLO SENZA DIGNITA’!
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