Pubblichiamo una "lettera aperta" al fine di conoscere il pensiero di questo aspirante a governatore.
"La realtà - secondo Ferro - non è la coalizione dei partiti che già sono stati protagonisti, negli ultimi anni, dell'incapacità di governare, ma soprattutto non è il personale umano che dietro mentite spoglie pretende di ritornare, anzi pretende di non uscire da Sala D'ercole".
"Questa terra - prosegue la missiva- ha bisogno urgente di una trasfusione di serietà e di verità. Prima il governo Cuffaro: altre condizioni politiche ed economiche. Il governo Lombardo poi: una larghissima maggioranza di centro destra rassicurante nei numeri ma scioltasi alla prima brezza. Cinque governi in quattro anni e mezzo. Tutte le programmazioni di questo mondo, secondo noi, non possono avere un arco temporale così breve per essere attuabili eppure tutte le maggioranze possibili sono state sperimentate nell'ultimo quinquennio. E infine, una maggioranza che dalle urne era uscita sconfitta inesorabilmente, quella con il PD della signora Finocchiaro che, se dovesse candidarsi con una legge elettorale democratica (quella che tutti gli italiani aspettano), la vedrebbe perdente anche nella sua città di Catania. Questo è il Partito democratico siciliano che oggi vuole sdoganarsi con una maschera che nasconda il pregresso. Ed ecco spuntare all’orizzonte un certo Crocetta da Gela che dicono i Gelesi non ha disdegnato da sindaco a fare il democristiano nei metodi, pur nella sua veste ben costruita di uomo antimafia. Peccato che dietro ci sia l'apparato che non si è ancora alzato dalle poltrone di sala d'Ercole e che, fregandosene del disagio del mondo produttivo dell'Isola, ha contribuito al disastro che metterà in forse gli stipendi dei prossimi mesi.
Ecco, quindi, spuntare le faccine dei due inseparabili Cracolici e Lumia, alle quali ora si è aggiunta quella del grande rivoluzionario D'Alia che, col suo partito inchiodato al sei per cento, deve, in Sicilia, cedere campo ai Piddini per rafforzare la leadership di Casini per un prossimo governo nazionale a trazione democristiana. Tutto calcolato. Il problema sta nel fatto che questi calcoli, che il rivoluzionario candidato alla presidenza ha elaborato insieme ad altri strateghi sicuramente di scuola Dalemiana, non tengono conto dell'insofferenza verso questi partiti e verso le solite facce. La scuola insegna che occorre mettere insieme: pacchetti di voti; clientele; aggiungere un ottimo programma; comprare intere paginate di giornali; farsi sponsorizzare da imprenditori più o meno speranzosi del fatto che si possa avere un presidente disponibile; accaparrarsi gli spazi mediatici possibili in tutta l'Isola; metterci una faccina più credibile di altre ed il gioco è fatto. In tutto ciò riteniamo che manchi un elemento importante - fondamentale in questo momento drammatico - e che i Forconi rappresenteranno nella sua interezza: la realtà.
La realtà non è costituita dai programmi dei partiti tradizionali – una sorta di copia e incolla dei tanti in circolazione - . La realtà non è la coalizione di partiti che già sono stati protagonisti degli ultimi anni dell'incapacità di governare, ma soprattutto non è il personale umano che dietro mentite spoglie pretende di ritornare, anzi pretende di non uscire da Sala D'ercole. E dall'altra parte di quella finta barricata c’è un centro destra che non ha nessuna ricetta da proporre, tanto è stato impegnato a costituire i comitati d’ affari, sempre e comunque in combutta col centro sinistra. La sommossa di gennaio, che il sistema ha guardato come fumo negli occhi, che ancora oggi è sempre più viva nella mente dei siciliani e che non ha ottenuto una sola risposta alle vertenze sacrosante rivendicate in quella occasione, deve continuare. Non può e non deve finire, la sommossa, contro il sistema Berlusconiano di Miccichè, contro il sistema Crocetta-Cracolici-Finocchiaro, contro il sistema Lombardo, per una Sicilia che faccia da apripista, in questo sfortunato paese, ad una vera rivoluzione capace di distruggere chi pensa, nel mondo politico, che si possa annientare la democrazia ereditata dai nostri nonni trasformandola in regime economico-finanziario e soprattutto mediatico. Proprio quel regime mediatico contro il quale, nelle prossime settimane, dovremo combattere una vera e propria guerra per poter far passare il nostro messaggio e farlo arrivare a sei milioni di siciliani, compresi i non votanti.
Non andremo alle elezioni ad ottobre per non cambiare nulla, abbiamo una sola promessa da fare ai siciliani: i Forconi nelle prossime settimane si faranno sentire. Pari condizioni per tutti, anche per chi deve rappresentare in tutti i sensi il popolo di chi non ha "una lira". Prevediamo settimane divertenti, non siamo in condizioni normali e così, di conseguenza, ci comporteremo. Non allertate le questure, non ve ne sarà bisogno. Pari condizioni, solo quello, per Una Sicilia Libera dagli ascari e dai venditori di fumo".
Mariano Ferro
Nessun commento:
Posta un commento