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domenica 19 agosto 2012

Risorse energetiche. Il governo sunta sulla Sicilia

La sicurezza e l'ecosistema nel Canale di Sicilia subiscono un pesante colpo dal nuovo indirizzo di politica energetica del governo.
Il piano del ministro dello Sviluppo, Passera, il cui’obiettivo è di :
-raddoppiare la produzione nazionale di oro nero,
-ridurre le importazioni di consumi ,
-e abbattere i costi dell’energia,
si propone di rivedere i limiti territoriali all’esplorazione dei mari - derogando al limite delle 12 miglia-  per consentire la ricerca di idrocarburi anche vicino alle coste (si ipotizza fino a 5 miglia).
I tecnici del ministero calcolano che serviranno «15 miliardi d’investimenti, 25 mila posti di lavoro stabili e addizionali, una riduzione di oltre 6 miliardi l’anno della nostra bolletta energetica e 2,5 miliardi di nuove entrate fiscali».
Secondo le riviste specializzate attualmente nel sottofondo marino sono operanti 25 permessi di ricerca ed è in vigore un permesso di ricerca di risorse geo-termiche, per una superficie complessiva quanto la Campania: dodici permessi riguardano il Canale di Sicilia.
La tratta Sciacca-Gela è la più ambita, con cinque nuove richieste di esplorazione e due permessi di ricerca già rilasciati.
Il Piano energia prevede anche l'assenso a nuovi progetti di metanodotti che darebbero prospettive ai siti di Porto Empedocle e di Augusta-Melilli-Priolo.
Si vuole trasformare l’Italia in un hub per il flusso del gas verso Europa e contrarre i costi elettrici potenziando le infrastrutture d’import-export e la borsa del gas.

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