La stampa italiana per intero, quella di destra che fa riferimento a Berlusconi, quella del nulla che fa riferimento a Casini, quella della pseudo-sinistra che fa riferimento al pd, o tace o filosofeggia sulla questione "trattativa Stato-Mafia".
A nessun giornale in Italia interessa capire, esigere e pretendere la "verità" sulla vicenda inquietante di come e se si sia avverata questa trattativa, (ovviamente la verità deve essere acclarata secondo le procedure che competono alla magistratura, intercettazioni telefoniche comprese).
La stampa italiana (con la sola esclusione de il Fatto-quotidiano) ha recentemente scoperto, come per rivelazione misteriosa, che le intercettazioni alimentano "eccessi".
Fino ad un anno fà i giornali del benestante De Benedetti (La Repubblica) -giorno dietro giorno- pubblicavano articoli ed esponevano vistosamente parole d'ordine contro la temuta "legge bavaglio" perseguita dall'allora governo berlusca, legge bavaglio che si voleva varare ai danni dei giornali e delle procure.
Lo stesso giornale adesso il bavaglio se non lo sollecita, lo accarezza e non lo contrasta perchè "esistono gli abusi".
Come ?
Ma lo scorso anno gli abusi esistevano pure o no ? Non era vigente un anno fà la stessa normativa che oggi si presterebbe ad abusi ?
Il grande Eugenio Scalfari, il giornalista preferito degli anni giovanili di tante generazioni, da qualche tempo, domenica dopo domenica, piglia -con ovvio sospetto- la difesa d'ufficio (forse non richiesta) del presidente Napolitano per avere sollevato giudizio di competenza presso la Corte Costituzionale avverso la procura palermitana.
Ci viene un dubbio, non solo a noi.
Non è che l'ottantottenne patriarca del giornalismo italiano aspira a chiudere la carriera con l'investitura a "senatore a vita" ?
Lo meriterebbe comunque; però non si presti ai sospetti dei malpensanti.
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