di Nino Montalbano
“...che tutti i centri albanesi di Sicilia
adottino un “comune sentire”, si sforzino di “sentire” insieme, di costruire
comunità... una minoranza non può permettersi di presentarsi sparsa, isolata e
non organizzata agli appuntamenti del Villaggio globale.” (Mario Gandolfo
Giacomarra)
Da un SENTIRE COMUNE doveva nascere e crescere
l'Unione dei comuni Besa, un “sentire” allargato a tutti i comuni... scrive
sempre Giacomarra “la situazione linguistica delle colonie albanesi negli
ultimi decenni si è andata configurando come una sorta di “trilinguismo” le cui
varietà sono: l'albanese a Piana, Santa Cristina e Contessa.”
Capita invece che nell'Unione dei Comuni Besa
(Piana degli Albanesi, Santa Cristina, Contessa Entellina, Mezzojuso) che opera
nell’ambito della tutela del patrimonio culturale
arbëresh, a mio avviso, non si tenga conto delle peculiarità ed esigenze dei
vari comuni e si è arrivati a dover essere i fruitori di scelte fatte a
tavolino a Piana degli Albanesi come se solo a Piana esistesse la lingua
parlata, come se tra Piana e ad esempio Contessa non ci fossero differenze.
Pare infatti che l'Unione Besa “senta”
solo “la propria unicità” (propria di Piana degli Albanesi), per le proprie
esigenze, promozione delle tradizioni a fini culturali e turistici e non
“sente” che a Contessa si potrebbe fare ancora molto per salvare la lingua
parlata che velocemente si cancella.
All'Unione dicono di non avere soldi,
secondo me non ci vogliono sempre i soldi, per certe attività basterebbe un
registratore e dei volontari per far parlare gli anziani e creare un archivio.
Ma non si riesce a creare un tavolo di discussione tra operatori culturali dei
vari comuni, perché probabilmente in questo modo si dovrebbe cedere parte del
potere decisionale e gestionale.
Gli operatori culturali, oggi,
apparentemente, sono solo di Piana e “d'intorni” e scelgono in base a somme
aritmetiche di titoli con colloqui fatti “tanto per” dove vince necessariamente
il più “grosso” senza tener conto del risultato, degli obiettivi, senza tener
conto che a Contessa Entellina esistono tante differenze e che abbiamo bisogno
di impiantare nei giovani l'idea e la voglia di dover essere loro a
salvaguardare la loro identità.
Purtroppo oggi, esiste una sola voce
(o gruppo di persone) che portano avanti “la cultura” arbëresh con la C maiuscola mentre a Contessa
Entellina, a mio avviso, ci vorrebbero cose semplici: recupero dei termini,
coinvolgimento delle famiglie nell'insegnamento ai bambini della LINGUA
PARLATA.
Cieca cultura che non vede e non sente
quanto a Contessa Entellina si è cancellato. Libri e fiumi di parole scritte
per non essere mai lette o che nessuno sa leggere perché la stragrande
maggioranza di noi, negli ultimi 500 anni, l'albanese l'ha imparato dai
genitori e non lo sappiamo leggere ne scrivere.
Unione Besa, già la parola dice tutto
perché quasi nessuno a Contessa sa cosa vuol dire Besa, noi diciamo ad esempio:
kam bes per dire, io ci credo e non “fedeltà
alla parola data”. Unione per immaginare di essere in tanti e restare sempre
più soli.
Ma allora che ci stiamo a fare? Per
farci finanziare i climatizzatori della biblioteca? Noi abbiamo bisogno di
PARLARE, PARLARE per non dimenticare, di PARLARE con chi ci sa capire,
soprattutto con le famiglie e nelle scuole E DI PARLARE CON CHI AMA ASCOLTARE
L'ALTRO.
Nino Montalbano
Caro Nino voglio ricordarti come nel comitato direttivo dell'Unione sieda il nostro sindaco, Sergio Parrino.
RispondiEliminaEgli col suo mutismo avalla la gestione di questo Organismo ed autorizza tutte le spese.
Fra le spese autorizzate spiccano quelle con cui Egli medesimo ed un suo amico (dipendente del nostro Comune) ed altri, sono andati a rilassarsi per qualche giorno a Vilnius (Lituania). Li Sergio Parrino ha divulgato -col mutismo- la cultura arbreshe e noi oggi, infatti, godiamo delle positive ricadute turistiche: Contessa in questo ferragosto è stata infatti affollata di turisti lituani, attratti dai Cd lì distribuiti casa per casa.
Caro Nino, serve un risveglio delle coscienze; ma vedo in giro tanto torpore, torpore utile agli incompetenti che fanno viaggi in Lituania a spese di "capiddazzu".
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