Chiave di lettura
Il governo Monti, sulla sollecitazione del ministro Passera, vorrebbe aumentare la produzione nazionale di petrolio, metano ed altre risorse energetiche fino a garantire l'autosufficenza al 20% del fabbisogno.
I decreti ed i tentativi di estendere le aree di ricerca si susseguono. Il Canale di Sicilia è fra le maggiori vittime di questa ossessione all'incremento della produzione nazionale.
Ad opporsi a questa prospettiva sono le associazioni ambientaliste che propongono opposizioni e ricorsi ad ogni richiesta di concessione, senza essere purtroppo sempre assistite dai sindaci, che da noi -su queste problematiche ambientali- trasudano da ogni lato ignoranza e menefreghismo.
La parola d'ordine dell'esecutivo, in materia di sviluppo, resta comunque quella di aprire nuovi giacimenti lungo tutto lo stivale, ma soprattutto nel Sud.
Esistono per la verita degli studi del sottosuolo sui siti con maggiore presenza di idrocarburi.
Il piano del Ministro Passera è stato presentato ed illustrato lo scorso 18 aprile; esso immagina che nel nostro paese (Italia) si possono ancora estrarre 800 milioni di barili di greggio e 150 milioni di metano; altri milioni di barili (da 400 a 800) potrebbero inoltre essere scoperti.
Alla luce di questo indirizzo, il governo sta preparando novità nelle modalità di rilascio di autorizzazioni e concessioni, per snellirne l'iter.
SICILIA
La nuova corsa all’oro nero, come sempre trova le classi dirigenti dell'isola nella più assoluta "IGNORANZA". I sindaci ricevono documenti inerenti gli iter autorizzatori da affiggere agli albi, ma ritenendo che si tratti di carte di routine non li leggono nemmeno e li affidano agli operatori dell'Albo Pretorio.
Sono pochissimi sindaci che si sono allarmati ed hanno, pure, presentato reclami.
Al momento i permessi già accordati per fare ricerca di idrocarburi in acque italiane sono 26 e ben 42 le richieste per nuove esplorazioni.
Ricerche marine
Tra le aree maggiormente interessate vi sono i fondali del Canale di Sicilia, tra Italia e Tunisia, dove si trova quasi la metà delle concesioni già accordate. I permessi di ricerca già concessi nel Canale sono 11, quelli in via di valutazione 18, mentre i permessi per l’estrazione di idrocarburi (la cosiddetta “coltivazione”) già concessi sono tre per un totale di quattro piattaforme attive al largo delle coste siciliane. Infine, tre sono le concessioni di coltivazione in via di valutazione. Le aree di maggior interesse per le compagnie petrolifere per il momento appaiono quelle al largo delle Egadi, il largo della costa tra Marsala e Mazara del Vallo e a sud della costa tra Sciacca e Gela.
Ma le compagnie mostrano interesse anche per il Canale di Malta (tra Malta e la Sicilia) dove, per uno dei due permessi di ricerca già attivi, la compagnia titolare ha richiesto di perforare un pozzo esplorativo, un nuovo permesso di ricerca è in procinto di essere autorizzato e altri due sono stati richiesti proprio sotto Pozzallo.
Terra ferma
Contessa Entellina, o meglio, l'Amministrazione Comunale, non sembra per nulla preoccupata. Eppure il suo territorio rientra nel permesso di ricerca avanzato dalla "Masseria Frisella", denominazione che verosimilmente ha fatto pensare alla nostra Amministrazione (composta da "percettori di pensionicine") ad una grande azienda agricola (Masseria ...).
Invece non si tratta di una iniziartiva agricola.
Dove le "trivelle" hanno iniziato ad operare hanno lasciato solamente "buchi".
La concessione delle autorità consente infatti ai "petrolieri" di perforare la terra ed i fondali, con compensi per i proprietari minimi in quanto la normativa italiana è molto tollerante sui danni che restano al proprietario. La devastazione operata in Basilicata dovrebbe essere motivo di preoccupazione per tutti noi.
Sarebbe interessante che l'Amministrazione di Contessa Entellina, da subito, si mobilitasse. E' infatti proprio l'area compresa fra le province di Palermo, Trapani ed Agrigento (ossia Contessa Entellina e paesi limitrofi), l'area colpita dal sisma del 1968, che sta a cuore alla "Masseria Frisella".
La Valle del Belice è oggi minacciata dalle trivelle, eppure la Valle è ricca di elementi ambientali, sui quali già operano provvedimenti di tutela e protezione.
Per quanto riguarda il nostro territorio, quello di Contessa Entellina, avvremmo da contrapporre la salvaguardia della Riserva naturale integrale Grotta di Entella, ma avremmo pure da contrapporre la salvaguardia dei vigneti e delle altre colture agroalimentari.
Avremmo da contrapporre inoltre, e forse soprattutto, la sismicità del nostro territorio.
Ma la nostra Giunta, composta da gente preoccupata solamente che arrivi, a fine mese, la pensioncina, come farà ad immergersi nelle tematiche ambientali ?
Ad essa era pure sfuggita, come detto sopra, la richiesta di concessione affissa all'Albo Pretorio senza che alcuno allertasse la popolazione.
Siamo in buone mani !
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