Leoluca Orlando era deputato dell’Idv e adesso è sindaco di
uno dei comuni più disastrati, sotto il profilo finanziario, d’Italia. Forse a
gestire una situazione tanto degenerata c’è pure Piero Fassino, sindaco a
Torino.
Responsabile del disastro
è –a Palermo- Diego Cammarata (Pdl) ed a Torino quella specie di
amministratore, che godeva di buona stampa, che prende nome di Sergio Chiamparini
(Pd). Cammarata era risaputo di essere il peggior sindaco nella storia della
città sotto il profilo del malgoverno, dopo i Ciancimino ed i Lima, mentre di Chiamparini i giornali nazionali
ne tessevano lodi di grande amministratore. Grande amministratore avendo
devastato le finanze cittadine a più non posso.
Situazione palermitana
Sotto il profilo economico la città capoluogo dell'isola è prossima al baratro.
Il bilancio lasciato da Cammarata evidenzia (come abituale in queste
circostanze) crediti inesigibili rilevanti “e la spesa è sostenuta in modo non conforme alle
ordinarie procedure di contabilità e si attesta su valori patologici” (Corte
dei Conti), inoltre quasi tutte le società partecipate accumulano perdite ma
garantiscono retribuzioni alla dirigenza che –viene da dire- nemmeno le
multinazionali assicurano ai loro manager.
In questo quadro e per capire la condotta politica del
neo-sindaco che in soli quattro mesi dall’insediamento ha già perso l’assessore al
bilancio, che ha rassegnato le dimissioni, bisogna tenere presente la sua frequente
espressione: “ la città non può permettersi la dichiarazione di dissesto”.
Le aziende controllate evidenziano debiti per oltre 300
milioni di euro ed è inutile nasconderlo esse sono l’emblema del clientelismo
siculo. Per la Gesip, carrozone tutofare dalla gestione cimiteriale a quella
delle aiuole, il comune da mesi e mesi si presenta a Roma ad elemosinare i milioni
necessari a corrispondere gli stipendi. Prassi introdotta da Cammarata che andava a trovare il suo padrino politico Berlusconi.
Quanto potrà ancora durare questa
prassi ?
Cammarata è attualmente rinviato a giudizio per avere
disposto, a mò di skipper privato, di un operaio retribuito da gesip per la sua barca di
famiglia. Episodio questo che è indice di quanto il disordine
giuridico-contabile e di corruzione dei politicanti nostrani sia avanzato nella nostra isola.
Chiunque di noi in Sicilia ha conoscenza di comportamenti
illegali di “stupidi”, di gente priva di capacità intellettive, che “giustamente”
finisce in galera per tutte le malefatte che commette. Da noi le persone che invece con consapevolezza commettono
illeciti, i politicanti, non finiscono mai in galera.
C'è voluto un Totò Cuffaro -asservito o comunque colluso alle cosche- per
intaccare questa regola.
Certo che se i cattivi amministratori finissero tutti in galera, a
causa dei danni che infiggono alla comunità, sarebbe necessaria la
realizzazione di centinaia e centinaia di stabilimenti di detenzione, con decine di
migliaia di posti.
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