StatCounter

martedì 7 agosto 2012

Valle del Belice. Un ricordo di due protagonisti di una stagione di passione civica

Ludovico Corrao
Un anno fà moriva in modo brutale una delle figure che è stata protagonista della ricostruzione della Valle del Belice, dopo il sisma del 1968.
Il 7 agosto dello scorso anno Ludovico Corrao, per lunghi anni sindaco di Gibellina fu trovato sgozzato da un coltello di cucina.
Era stato uomo di profonda cultura ed umanità. Cultura ed umanità che negli anni post-terremoto ha cercato di trasfondere all’interno della comunità che per lunghi anni gli ha confermato fiducia e che da lui attendeva indicazioni per il riscatto civile e culturale.
Dell’atroce delitto si è autoaccusato il suo collaboratore, Saiful Islam, ventunenne originario del Bangladesh.
Francesco Di Martino
Il due agosto di dodici anni fa moriva, sessantatreenne, a Palermo Francesco Di Martino. Per trent’anni è stato protagonista, da consigliere comunale, della vita amministrativa locale, di Contessa Entellina. Per 18 anni è stato il “Sindaco”, il Sindaco della Ricostruzione dal sisma del 1968.
Negli anni Novanta è stato prima consigliere comunale a Palermo e dopo, per due legislature, parlamentare regionale.
Parlare di Francesco Di Martino significa parlare di due mondi socio-culturali, quello contadino degli anni cinquanta e sessanta -vitale per la miseria socio-economica che produceva in tutta la Valle del Belice- e quello successivo del post-terremoto, un mondo socio-culturale finalizzato ad un modo di vivere al passo di quanto accadeva nel resto del nostro paese, l'Italia.
Di Martino Sindaco, già nel 1964, coglieva l’animo e la situazione  delle famiglie contadine, affaticate e stremate dall’emarginazione del territorio e che non trovavano altra via di uscita dalla miseria che quella dell’emigrazione. Era socialista integrale e non poteva che adoperarsi per il superamento di quel modo di vivere. Lo farà con impegno politico e con sforzi culturali sul piano prettamente personale.
Ancora prima degli eventi sismici del 1968 l’impegno nel comparto delle opere pubbliche fu enorme, in un Comune che fino ad allora non disponeva di un Ufficio Tecnico e che gestiva in bilancio unicamente fondi per pagare i pochi impiegati.,
Il Comune divenne con Di Martino un dispensatore di:
A) -servizi in opere pubbliche continue, perché bisognava bloccare l’emigrazione (questo era il suo proposito), ed i finanziamenti non vennero mai meno; le nottate in Municipio trascorrevano infatti a spulciare tutte le opportunità che in Gazzetta Ufficiale l'ordinamento offriva;
B) -centro di elaborazione per “riformare lo Stato”. Si, Di Martino trascorreva nottate in Municipio a studiare la struttura civile del vecchio stato e a scrivere le “bozze di legge” da far firmare poi ai suoi compagni di partito che sedevano in Parlamento; bisognava svecchiare il sistema sociale, era quello il sogno del primo centro-sinistra.
Frutto del suo impegno è l’abolizione dell’enfiteusi, quell’istituto giuridico che da quando i romani lo imposero in Sicilia nessun politico osava mettere, definitivamente, in discussione. I feudi di Badessa e di Costiere -in territorio di Contessa Entellina- furono resi liberi grazie alle bozze legislative che lui scriveva, dalla sedia di sindaco.
Il dopo-terremoto, attualizzato nelle abitazioni di cui oggi disponiamo e nei servizi successivi arrivati, per il sindaco Di Martino è stato un rincorrere le istituzioni perché Contessa Entellina non perdesse alcuna opportunità che la Gazzetta Ufficiale offriva. Nessuna normativa doveva sfuggire alla sua attenzione.
Nella visione del dopo-terremoto Ludovico Corrao, Francesco Di Martino, Giuseppe Montalbano, Vito Bellafiore e gli altri sindaci del Belice sempre concordarono fra loro e sempre tennero impegnati i partiti di appartenenza a seguire le linee che essi tratteggiavano all'interno delle continue Assemblee Cittadine, nei loro rispettivi comuni. I cittadini venivano sempre, infatti, coinvolti. Creare una visione nuova delle cose non era, ne poteva essere, affare di pochi.
Allora esistevano i Partiti, oggi esistono purtroppo le lobby dei politicanti che curano gli affari privati.

Nessun commento:

Posta un commento