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mercoledì 20 marzo 2024

Beni Culturali (7)

 Dal mondo pagano al mondo cristiano

 Apprezzare i simboli, provare a leggerli 

 Nelle catacombe romane (in particolare) Lazzaro che intercede per i credenti, o Cristo che guarisce il paralitico, vogliono evocare la "speranza" nella resurrezione, mentre le pitture della Madonna e dei martiri tendono a rassicurare la Chiesa dei credenti, interpretata come unica comunità.

Tra il II ed il V secolo la Chiesa, allora ancora tutta unita, elaborò il dogma "cristologico": Cristo, vero Dio e vero uomo, e pertanto partecipe della natura divina e di quella umana riunite in una sola persona. Da questo presupposto nell'epoca paleocriostiana (=primi secoli del cristianesimo, dalle origini al sec. 6° circa) Cristo è sempre simbolicamente raffigurato ora come "pesce" (=in greco ikthus, che è l'acrostico  dell'espressione: Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore) o come "agnello", sacrificato durante la Pasqua ebraica con l'intento  di alludere al sacrificio di Gesù.

 I principali temi del pensiero cristiano fino al Medio Evo vennero sempre diffusi rappresentando il "Buon Pastore", colui che ama ed ha cura del suo grege o con altre iconografie riprese da quella imperiale di Costantinopoli attraverso cui Cristo viene raffigurato seduto in trono, affiancato dagli apostoli Pietro e Paolo con ai piedi un simbolo della dimensione cosmica del suo regno.

  Già nel dodicesimo secolo la rappresentazione imperiale, espressione del ruolo bizantino anche nella parte occidentale dell'Europa, viene però via via modificandosi e cominciano a prevalere i segni e gli attributi della Passione di Cristo. Prevalgono in buona sostanza i temi della sofferenza accompagnati comunque dal potere connesso di giudicare. Vengono meno nella parte occidentale del continente, dettati dalla vicenda storica, i precedenti temi del Cristo trionfante e vivente.

(Segue)

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