Torniamo frequentemente sul blog su questa figura di arbereshe perchè si tratta di un personaggio complesso, non facile da tratteggiare in poche righe.
Nacque a Ribera da una famiglia di arbereshe originaria di Palazzo Adriano, che quasi regolarmente, generazione dopo generazione, aveva fornito tanti papàs alla Chiesa di rito bizantino di Palazzo Adriano. Lo zio "Vescovo" convinse il padre di Cicciu (come familiarmente lo chiamavano) a mandare il figlio nel Seminario greco-albanese di Palermo per farne un papàs e poi magari un Vescovo. In Seminario il ragazzo però non tardò a rivelare protervia ed indisciplina e il padre fu costretto a riprenderlo in casa e per successivamente farlo dedicare agli studi di giurisprudenza, che subito mostrò di non restarne granchè coinvolto. Ed il padre decise di tagliargli i viveri. A ventidue anni sposò quella che i libri di Storia chiamano la sua Rosina, da cui ebbe una figlia. Non passarono che pochi mesi che sia Rosina che la figlia appena nata morirono entrambi. Ciccio, ormai con i rapporti non ravvicinati con i familiari d'origine, tornò, su sua scelta questa volta a fare lo studente e riuscì a laurearsi in giurisprudenza a Palermo. Per esercitare la professione di avvocato fissò come sede dello studio Napoli.
A Napoli, da filoborbonico che era stato fino allora, comincia a frequentare i circoli liberali e non tarda a diventarne figura di primo piano.
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