Crispi fra i promotore della spedizione dei Mille
Il 6 maggio del 1860 fra i Mille imbarcatisi a Quarto alla volta della Sicilia c'era anche lui, Francesco Crispi, che aveva faticato tanto per convincere il governo piemontese sulla bontà del piano a cui egli aveva ampiamente contribuito ad elaborare. Con lui c'era -imbarcata- pure Rosalia Montmasson (sua moglie ed unica donna fra i mille imbarcatisi).
Il governo piemontese gli aveva proposto di accettare la carica di "sottocapo" di stato maggiore della spedizione, per in qualche modo controbilanciare il ruolo di Garibaldi, ma egli rifiutò evidenziando di essere esperto in campo politico ma assolutamente incompetente in materia di guerre. In questo quadro comunque si sentiva molto vicino a Giuseppe Garibaldi, di cui negli appunti lasciatici da Ferdinando Martini, scrittore, politico e senatore nella XXVI legislatura, si legge riguardo all'eroe dei due mondi "è stato il più grande condottiero che sia stato al mondo, ma inetto a governare un villaggio".
Cavour che da Torino riceveva i messaggi degli alti gradi militari, che stavano immischiati fra i mille, pensò subito che il duo Garibaldi/Crispi andava in qualche modo posto sotto più stretto controllo, anche perchè se Garibaldi era abbastanza affidabile per la monarchia dei Savoia, lo era meno l'ex mazziniano Crispi che nei documenti usava sì, pure lui, il motto "Italia e Vittorio Emanuele" e però ... .
Vedremo come.
(Segue)
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