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lunedì 4 marzo 2024

Primi decenni del terzo millennio

 Non è facile leggere, interpretare i giorni che attraversiamo (4)

  Fra le domande che tanti di noi, residenti a Contessa Entellina, dovremmo porci non dovrebbero mancare; 1) chi sono all’alba del terzo millennio i contessioti? 2) Possiedono tuttora una identità propria distinta da quella dei bisacquinesi  o dei campofioritani? oppure,  ponendo la domanda in altri termini, 3) possiedono la stessa identità propria dei bisacquinesi e dei campofioritani in aggiunta ad una identità propria?

 Sulla possibile risposta, all’interno della italianità che ovviamente caratterizza l’intera penisola dal Brennero a Pantelleria, e’ lecito ricordare che fino a non molto tempo fa i contessioti, che fossero, nell’ottica rituale-religiosa,  romani o bizantini erano congiuntamente  orgogliosi nell’autodefinirsi arbereshe

 Da quando però la parlata arbereshe e’ stata accantonata nel vivere e nel relazionarci fra noi contessioti (per ragioni che in questa pagina tralasciamo), ci pare di essere divenuti sicilianissimi, anche perché l’italiano in uso fra noi -frequentemente- si discosta abbastanza dal fiorentino.

 Venendo a mancare la rilevante caratteristica della parlata arbereshe, Contessa E. non dispone più di nessun elemento distintivo rispetto a Bisacquino o Campofiorito, realtà queste ultime dove la parlata siciliana (e quella italiana) suona e scorre più pertinentemente che da noi.

 Essendoci liberati della caratteristica linguistica, che ci era propria, difficilmente potremo continuare a definirci eredi della gente che ha resistito all’invasione turca dei Balcani, eredi dei patri che hanno concordato con la Baronia dei Cardona-Peralta uno statuto proprio e specifico per la comunità insediatasi alle falde di Brjgnet. 

 Alcuni asseriscono che il tempo impone volente o nolente le trasformazioni. Se cio’ e' vero, non ci assolve da un pesante giudizio di Benedetto Croce. Il filosofo  scriveva: il carattere di un popolo, di una comunità lo si coglie dalla sua storia, da tutta la sua storia. E’ questa, la Storia,  che riconduce il presente all’eredità, alla discendenza.

 Croce voleva dire che il temperamento collettivo viene espresso lungo il corso della Storia, e se la Storia è andata come è andata -ossia rinnegando le caratteristiche culturali e linguistiche delle origini- ciò è potuto accadere perché a quella comunità sono mancate le guide e,  soprattutto, il carattere per conservare il patrimonio culturale che le era proprio. Guide e carattere che verosimilmente continuano ad esserci ancora oggi a Piana degli Albanesi e in decine di comuni della Calabria.

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