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martedì 16 marzo 2021

Localismo siciliano. Ancora oggi nelle campagne non si parla di quintali di grano o altri cereali ma di salme di prodotti

 Leggendo la storia italiana pre-unitaria mi sono imbattuto sulle unità di misura storiche della Sicilia baronale e in quelle della Sicilia di pochi anni fa (per non dire dei nostri giorni).

 Chi vive nei paesi dell'entroterra sa che i nostri padri per vendere i raccolti di grano e degli altri aridi non si esprimevano in quintale o in tonnellate ma in salme di prodotto.

 La salma di grano corrispondeva, nella misura legale, a 224 chilogrammi. In realtà la salma ed i suoi sottomultipli (tumolo, modello e carozzo) variavano per la capienza da comune a comune. 

 Per misurare la superficie dei terreni i nostri nonni e padri non si esprimevano in metri o chilometri quadrati, ma -ancora una volta- in "salme".  La salma delle superficie, quella legale, era di ettari 1,746, ma in ogni paese il riferimento alla salma comportava estensioni sempre diverse dalla legale ed i contraenti di una compa-vendita terriera per intendersi bisognava che preliminarmente specificassero se intendevano avvalersi della "canna" di Contessa o di quella di Bisacquino o di qualunque altro "stato". Il termine "stato" in realtà indicava una comunità  locale differente dalla propria. Comunità che possedevano ciascuna proprie unità di misure.


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