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martedì 16 marzo 2021

Contessa Entellina. Vicende che fra noi non narriamo più e non vogliamo più conoscere (1)















La foto risale ad un paio di decenni fa. 

Nella sede dell'Associazione Contessa Entellina, a New Orleans (Usa),  continua la tradizione degli eredi dei contessioti -ivi emigrati- ed il ricordo delle lontane origini e delle lontanissime tradizioni.

L'altare di San Giuseppe e la ricorrenza della Madonna della Favara segnano la memoria che quegli eredi di contessioti, emigrati sin dai primi dell'Ottocento, ancora gelosamente conservano. 

Essi tramandano le due date (19 marzo e 8 settembre) da genitori  a figli -con orgoglio- perché si possa sempre rivendicare la loro peculiare origine arbereshe congiuntamente a quella italiana.

Ci interroghiamo.  

Fra due decenni quanti degli attuali residenti a Contessa ricorderanno ancora  l'origine arbereshe (e congiuntamente quella italiana)? Tutti ormai constatiamo  che ai nostri giorni nessun bambino impara l'arbereshe dai propri genitori.

In questo Blog abbiamo avuto modo di narrare (tempo fa) la vicenda di un ragazzo rimasto affidato a padre Nicolò Genovese a fine ottocento in quanto i genitori -con altri figli minori- dovettero fuggire ed abbandonare Contessa, notte tempo, in seguito alla reazione violenta del governo Crispi contro le organizzazioni e gli aderenti ai Fasci dei Lavoratori.

Il ragazzo crebbe e studiò col sostegno e la volontà di quel parroco nel seminario di Monreale. Completati gli studi superiorì volle raggiungere i suoi genitori a New Orleans. Lì proseguì gli studi, divenne cattedratico e storico fra i più noti a livello internazionale ed insegnò nella più prestigiosa delle università americane, la progressista Harward University (ossia l'università da cui sono usciti quasi tutti i presidenti democratici Usa). Da grande storico i suoi testi furono tradotti in quasi tutte le lingue europee. Nelle copertine dei suoi libri egli non si definì mai nè americano nè italiano. È  deceduto nella seconda metà del Novecento ed ovunque nei convegni e negli studi storici si presentava in quanto "arbereshë". 

Conclusione: per apprezzare le proprie origini probabilmente bisogna attraversare nel corso della  propria infanzia le traversie del personaggio che abbiamo adesso  tratteggiato e che con poche ricerche chiunque potrà leggerne sul blog la vicenda.


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