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domenica 7 marzo 2021

Alle radici del Cristianesimo

 Domenica III di Quaresima: Adorazione della preziosa e vivificante Croce.


Nel rito cristiano-bizantino questa domenica è dedicata alla venerazione della Croce del Signore. Non è l’unica data dell’anno liturgico in cui la Croce viene commemorata, come avviene nella chiesa romana il 14 Settembre. Nel calendario costantinopolitano ci sono altre due date: il sette maggio, a ricordare l’apparizione della croce sopra la città di Gerusalemme avvenuta nel 351, e il primo di agosto, quando la reliquia della Croce veniva portata in processione lungo le strade di Costantinopoli per proteggere la popolazione. Oltre al 14 Settembre.

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Una domanda rivolta all'Arcivescovo Vincenzo Paglia,  consigliere spirituale della Comunità di Sant'Egidio e presidente della Federazione Biblica cattolica internazionale, dal giornalista e scrittore Saverio Gaeta.

Domanda:

Di fatto, la fede cattolica ha valore e consistenza unicamente se Cristo non è semplicemente un grande saggio o l'iniziatore di un movimento religioso capace di reggere al logorio dei secoli, bensì realmente il Figlio di Dio venuto a salvare tutta l'umanità. Su che cosa poggia tale convinzione, capace tuttora di coinvolgere diverse centinaia di milioni di fedeli ?

Risposta:

Gesù non è un eroe. Al contrario, è venuto nel mondo come qualsiasi umano, tanto che i suoi concittadini, per sottolinearne la normalità, dicevano di lui: "Non è il figlio di Giuseppe?". Certamente è stato un grande maestro di morale, un grande sapiente, insomma un uomo strsaordinario. Ma non è per questo che ha cambiato e continua a cambiare la vita di tanti. Gesù ha avuto una pretesa particolare: essere una cosa sola col Padre che sta nei cieli.

Questa coscienza di Gesù emerge sempre con estrema chiarezza nei Vangeli. Non si presenta come uno che parla a nome del Padre (come facevano i profeti), bensì come Dio stesso. Di tale unità col Padre egli fa il cuore del proprio messaggio. E sa bene che per questo sarà messo a morte. Lo si vede chiaramente nell'interrogatorio davanti al sommo sacerdote Caifa dopo la cattura nel Getsemani. Racconta Marco che Caifa chiede a Gesù: "Sei tu il Cristo?, il Figlio di Dio benedetto?". E Gesù risponde: "Io lo sono!". Sapeva bene che sarebbe stata ritenuta una bestemmia, ma per lui era il Vangelo. Era l'unica domanda alla quale non poteva sottrarsi. Rispose e fu condannato a morte.

Ai discepoli spesso aveva detto: "Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato" (Giovanni 12,44-45). Gesù non è soltanto un profeta o un uomo di alta moralità. E' Dio stesso fatto uomo. Ed è venuto sulla terra per renderci partecipi della sua stessa vita.

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