Sicilia
Dopo il coronavirus il Sud continuerà a restare indietro ?
Il decreto “Rilancio” produrrà un saldo netto stimato da finanziare di 155 miliardi di euro per il 2020 con un indebitamento netto di “soli” 55 miliardi. Ma è già polemica sulla distribuzione delle risorse per il Mezzogiorno.
Pietro Massimo Busetta, professore ordinario di scienze economiche e statistiche nell’università di Palermo, ha dichiarato in una intervista al qds che per l’ennesima volta il Sud, e quindi la Sicilia, ne esce penalizzato. Secondo il professore: "..La distribuzione delle risorse del decreto segue due parametri:
==occupazione
==e reddito complessivo.
Non esiste alcun elemento che riguardi la popolazione e quindi non esiste alcuna correzione del dislivello tra Settentrione e Meridione. Questo significa che nelle regioni più ricche in cui lavorano più persone – e dove mediamente ci sono due stipendi per famiglia – ci saranno più risorse per la cassa integrazione, dove invece lavora una sola persona per nucleo familiare, ci saranno meno aiuti. Insomma, ancora una volta si ‘premia’ chi è già stato premiato”.
Alla domanda sul perché, a suo avviso, la classe politica consente tutto questo, la risposta è stata: “Il Movimento Cinquestelle si è rivelato inadeguato a difendere il Sud, nel Partito Democratico vi è una buona parte nordicentrica, più adesso, Stefano Bonaccini è più forte sulla autonomia differenziata; la Lega resta sempre nordicentrica per sua costituzione, Italia Viva rimane un partito troppo piccolo, con una classe dominante al Sud spesso estrattiva, che garantisce quei voti necessari per contare a livello nazionale. In buona sostanza il Mezzogiorno non è rappresentato, se non da qualche governatore-sceriffo ‘innamorato del blocco’ – come Cateno De Luca o Nello Musumeci, nda – senza alcuna strategia condivisa”.
Contessa
E' tempo di captare iniziative di crescita e sviluppo
Apprendiamo che è possibile, per chi possiede specifiche condizioni socio-economiche, accedere ulteriormente al beneficio dei "buoni spesa" per superare la crisi del periodo coronavirus.
Come non condividere la possibilità che i concittadini in particolari situazioni di disaggio possano beneficiarne ?
Nel post-terremoto '68 più o meno analoghe situazioni accaddero e nessuna opportunità fu fatta sfuggire.
Ci auguriamo, speriamo, che la comunità locale tutta, che appartenga ad un fronte politico-amministrativo o all'altro non si fermi comunque alle iniziative di pura beneficenza. In quel lontano '68 chi guidava il Comune stette vigile e attendo a captare quanto la legislazione nazionale e regionale offrivano; andò quindi ben oltre le iniziative benefiche. E se non si fosse mosso e non fosse stato vigile non è affatto vero che i benefici (poi ottenuti) sarebbero arrivati ugualmente. No.
In quel post-terremoto si è voluto fare Politica in termini di "crescita" e "sviluppo" socio-economico. Al di là della ri-costruzione c'era da abbandonare un modello di vita: la società contadina, Non è stato il caso -quindi- se oggi tutti, più o meno, godiamo di case di abitazione più o meno confortevoli.
Allora è stato definito, sviluppato e perseguito un disegno prettamente politico di cambio di un modello sociale. Nulla è arrivato dal cielo.
Ci auguriamo che ai nostri giorni possa nascere, possa svilupparsi ancora un "disegno" socio-economico-politico da perseguire. Allora il disegno -nella fase iniziale- fu contrastato dalla minoranza consiliare ma dopo qualche tempo pure essa fece propria la linea del gruppo di maggioranza.
L'augurio sarebbe che si sappiano leggere bene, a più occhi, maggioranza e minoranze, sin da adesso i percorsi nei consistenti finanziamenti che dovranno garantire il rilancio del post-coronavirus. Il sistema economico che stiamo vivendo non decollerà automaticamente, no. Esso fruirà di consistenti sostegni statali ed europei e solamente se si sa intercettare, con progetti e visione ampiamente politica, la filosofia dei consistenti finanziamenti di cui in questi giorni i media ci informano si potrà crescere in termini economici ed uscire dal regresso in cui siamo attualmente condannati. Il calo demografico su cui frequentemente sul Blog ci soffermiamo sta a testimoniarlo.
Restare privi di viabilità decente, privi di opportunità lavorativa per i giovani etc. non è un destino inoppugnabile. Dipende da ciò che i "politici" dei livelli superiori e soprattutto quelli locali sapranno cogliere da subito sulla società che ci sarà domani.
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