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giovedì 7 maggio 2020

7 Maggio

7 Maggio 1898 
Il generale Bava-Beccaris ordina all'esercito italiano di sparare sulla folla che manifesta contro l'aumento del prezzo del pane.

L’8 maggio di 122 anni fa a Milano i soldati del generale Fiorenzo Bava Beccaris spararono contro le donne, gli uomini, i vecchi e i bambini che avevano preso parte ai moti di Milano del 1898, una sollevazione popolare contro l’aumento del costo del grano – e quindi del pane – decisa dal Regno d’Italia. 
La strage di Bava Beccaris è considerata uno dei momenti peggiori della storia italiana ed ebbe già all’epoca una risonanza tale da motivare nel 1900 l’assassinio a Monza di re Umberto I, ucciso con tre colpi di pistola dall’anarchico Gaetano Bresci.
 I «cannoni di Bava Beccaris» passarono 
alla storia come simbolo di un'insensata
e sanguinosa repressione.
In tutto in quei giorni morirono più di 80 persone e centinaia furono ferite. Ci furono migliaia di arresti e la repressione – che continuò per alcuni giorni, anche dopo che tutte le barricate erano state abbattute – portò alla chiusura temporanea di molti giornali considerati pericolosi o sovversivi.

Per come aveva gestito la situazione, Bava Beccaris fu insignito con la Croce di Grande Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia, ottenne un telegramma di congratulazioni da parte del re e diventò senatore. 
Per le masse di lavoratori, Bava Beccaris diventò invece noto come “il macellaio di Milano”. «Alle grida strazianti e dolenti/Di una folla che pan domandava/Il feroce monarchico Bava/Gli affamati col piombo sfamò», dice un canto di protesta composto pochi anni dopo i moti. 
Due anni dopo l’anarchico Gaetano Bresci -come sopra riportato - sparò contro re Umberto I e disse di averlo fatto per vendicare i morti di Milano.

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