Perchè non esistono alternative all'Unione Europea
Sul finire dell'Ottocento la guida del Paese era in mano ad un blocco di potere che vedeva unificati gli interessi dei latifondisti del Sud arretrato e gli esponenti del Nord industrializzato.
In questo quadro ad opera di esponenti sensibili della società, entro cui era intanto sorto ed organizzato il Partito Socialista, nasce la "questione meridionale", espressione vistosa del dualismo della struttura socio-economica italiana.
Conseguenza immediata del nuovo stato di fatto umano fu l'accentuazione dell'emigrazione di massa subita da tantissime famiglia, non solo dal Meridione, in ragione dell'esuberanza della popolazione rurale e dell'arretratezza dei sistemi di conduzione dei latifondi e dall'altra, a cominciare dagli anni '90 dell'Ottocento, il decollo industriale del Settentrione, che lasciava sul lastrico moltissimi precedenti mestieri artigianali. Per inciso: è in questo periodo che Contessa Entellina si svuota -letteralmente-: vi erano più contessioti a New Orleans già nel decennio 1890 che qui, in Sicilia. Chi partiva non vendeva ciò che possedeva: le case, qui, erano in grandissima prevalenza tuguri assolutamente malsani di pochi metri quadri e la giornata dei residenti non la si viveva in casa ma in mezzo alla strada (su questa avremo modo di tornare).
L'industrializzazione del Nord e la miseria assoluta del Meridione fu all'origine delle prime conflittualità sociali. Non è che nel passato i conflitti e le agitazioni mancassero; in questo periodo storico a cui ci riferiamo nasce, appunto grazie ai movimenti di ispirazione socialista la consapevolezza che lo stato delle cose erano frutto di un preciso orientamento politico, voluto, di tenere, coltivare e alimentare l'ingiustizia nella società per garantire a pochi, pochissimi, un relativo benessere. Ogni precedente rivolta non possedeva coerenza di linea politica; era esplosione di rabbia che finiva nell'immediata occasionalità che veniva proposta dai reggitori pubblici.
Se i movimenti socialisti si davano da fare per diffondere la consapevolezza sulla strutturazione della società e nel 1892 fondano un unico partito a Genova, il PSI, ispirandosi nella lotta sociale alla Socialdemocrazia tedesca, la Chiesa con Papa Leone XIII vara l'enciclica Rerum Novarum con l'intento di sensibilizzare il mondo cattolico a lei vicino rispetto all'intollerabilità dell'ingiustizia umana.
E se il mondo del lavoro inizia battaglie sociali con organizzazioni sindacali e scioperi, e la Chiesa prova a segnalare lo stato delle difficili situazioni umane, è il governo autoritario di Francesco Crispi, che sebbene provò a modernizzare l'assetto burocratico dello Stato, fu completamente insensibile rispetto a come la società soffrisse proprio a causa del modello socio-economico che stava investendo l'intero paese.
Crispi ritenne di trovare soluzione al malessere sociale avviando alcune guerre coloniali e soffocando con la violenza della forza militare ciò che in quei mesi accadeva nella sua regione (la Sicilia), ossia il grande Movimento Politico-Sindacale dei Fasci Siciliani (1894), guidato da grandi figure del nascente socialismo riformista (Giuseppe de Felice Giuffrida fu condannato a 18 anni di carcere, Bosco, Barbato e Verro a 12 anni di carcere quali capi e responsabili dei Fasci siciliani).
Fu evidente, dopo mesi di "manu militare", che il disagio umano non lo si poteva bloccare con la forza contro le masse ed il carcere ai dirigenti socialisti.
La nuova fase politica che seguirà fu all'insegna del liberalismo di Giovanni Giolitti.
Nessun commento:
Posta un commento