Germania e Italia firmano il Patto d’Acciaio.
Il 22 maggio 1939 fu firmato un “patto di amicizia e di alleanza” tra Italia e Germania, meglio noto come “Patto d’Acciaio”. Alla cerimonia, celebrata nel nuovo palazzo della Cancelleria del Reich appena finito di costruire, assistette l’allora dittatore tedesco Adolf Hitler: l’accordo fu firmato dai rispettivi ministri degli Esteri – Galeazzo Ciano e Joachim von Ribbentrop – con grande solennità, alla presenza dell’alto comando dell’esercito tedesco. Pochi mesi dopo sarebbe iniziata la Seconda guerra mondiale.
Il Patto d’Acciaio strinse ancora di più l’alleanza tra l’Italia fascista e la Germania nazista, ma alcuni commentatori dell’epoca giudicarono la mossa svantaggiosa per l’Italia dal punto di vista diplomatico.
L’avvicinamento tra Hitler e Mussolini avvenne dopo che l’Italia aveva invaso l’Etiopia, nel 1935. A causa di questa decisione la Società delle Nazioni (una specie di antenato dell’ONU) sanzionò l’Italia, che rimase isolata dal punto di vista politico, dato che Francia e Inghilterra erano fortemente contrarie alla nascita di una nuova potenza coloniale.
C’era un altro sentimento che univa il regime fascista e quello nazista: il risentimento per l’esito della Prima guerra mondiale e per il trattato che ne aveva sancito la pace, quello di Versailles del 1919. Per l’Italia era stata una “vittoria mutilata”, per la Germania una sconfitta totale.
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