Perchè non esistono alternative all'Unione Europea
Negli ultimi tre decenni del XIX secolo il sistema economico inizia a trainare, o se si vuole ha il sopravvento rispetto alla politica, un pò ovunque nei paesi del vecchio continente. L'economista John A. Hobson all'inizio del Novecento definirà quei decenni come periodo dell'Imperialismo. Con quel termine egli intendeva esprimere una consistente capacità produttiva, più elevata della capacità di consumo del vecchio continente; da qui egli colse la necessità -per i governi del vecchio continente- di cercare, di creare, nuovi e più ampi mercati di sbocchi per le merci ed i capitali da impiegare.
L'Europa era entrata, sostanzialmente, in una febbrile corsa agli armamenti agevolata dall'interconnessione creatasi fra ricerca scientifica e arsenali militari. Il tutto era inoltre condito dal clima di aggressione che i governi di ciascuno stato mostravano nei confronti dei governi degli altri paesi.
Le origini della colonizzazione italiana in Africa vedremo in seguito vanno ricercate, da un lato, nel desiderio di non essere assenti dalla spartizione africana operata dalle grandi potenze, dall'altro dalla reale necessità di trovare uno sbocco alla sovrabbondanza della popolazione. Ma fu soprattutto lo stabilirsi del protettorato francese in Tunisia che, cancellando le speranze di una pacifica penetrazione italiana nel paese, spronò i successivi governi a una più energica azione nelle sole zone dell'Africa rimaste ancora fuori della sfera d'influenza delle maggiori potenze. |
Le grandi potenze del continente europeo e le grandi loro imprese avviarono la politica di spartizione economico/politica del pianeta, cercando per questa via di alleggerire, al loro interno, le spinte che il movimento antagonista dei lavoratori di ispirazione socialista portava avanti per migliorare le condizioni del vivere delle fasce deboli della società, che si vedevano espulse sia dalla "relativa modernizzazione" dell'agricoltura che dall'incalzare della produzione industriale.
In quegli anni avviene la dissoluzione della prima Internazionale (associazione Internazionale dei Lavoratori -1864 ed il 1876-), per l'assoluta incompatibilità strategica fra i socialisti che si ispiravano a Marx e gli anarchici che si ispiravano invece a Bakunin e Proudhon.
Nel 1889 viene pertanto fondata la seconda Internazionale socialista. Il nuovo modello del grande partito di massa lo fornirà la Socialdemocrazia tedesca a cui si ispireranno tutti i partiti socialisti del continente ed anche quelli fuori d'Europa: sostanzialmente nei paesi dove la società industriale cominciava a mettere piede rispetto al mondo agricolo. Il modello organizzativo si reggeva su due gambe: il partito di ispirazione socialista e le organizzazioni sindacali ad esso collegate. Talvolta i movimenti delle nascenti organizzazioni sul piano dell'azione si ponevano obiettivi riformistici e talvolta nei paesi meno avanzati rivoluzionari.
I governi, che tendevano a contrastare ovunque i nascenti movimenti di ispirazione socialista, per uscire o alleggerire i climi di tensione interna ricorsero ovunque alla politica esterna di potenza ed in pochi decenni posero sotto il loro controllo l'intero continente africano e buona parte di quello asiatico.
Vedremo in seguito cosa significò il "colonialismo".
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