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lunedì 5 maggio 2014

Scienza. Piccoli flash sull'Universo in cui siamo immersi (n. 6)

Come morirà il Sole ?
In cosa consiste la fine del mondo ? La Scienza ha il suo libro da cui riesce a predire tutto,  quasi. Essa è in condizione di leggere ... il libro della natura; essa legge attraverso il contesto in cui siamo "immersi", o se si vuole attraverso le leggi della fisica.
Abbiamo nelle puntate precedenti tratteggiato la struttura del sistema solare, la consistenza del vuoto infrastellare, la forma e lo spessore delle galassie e adesso siamo in condizione di immaginare la fine del mondo sapendo che non è necessario che arrivi con l'evoluzione della Galassia e dell'Universo. 
Già oggi l'uomo con le armi che ha accumulato (armi nucleari) può distruggere il pianeta parecchie volte. Ma, escludendo che la "follia" umana possa venire fuori, gli scienziati ci assicurano, sulla base dei loro calcoli,  che il Sole (la stella più vicina a noi e nel cui sistema il nostro pianeta Terra è inserito) ad un certo momento, o meglio a cominciare da un certo tempo comincerà a raffreddarsi. Questo processo capiterà fra quattro o cinque miliardi di anni e sarà conseguenza del fatto che avrà esaurito l'idrogeno che lo alimenta. Da quella fase il Sole troverà, dovrà quindi trovare, un nuovo equilibrio. 
Il processo di raffreddamento durerà, più o meno, un miliardo di anni e conseguentemente si assisterà (ma lo spettacolo non sarà goduto dal genere umano) ad una forte riduzione della temperatura, al punto che dai 6000 gradi si passerà a circa 3700.
Il Sole cambierà colore, piuttosto che giallo diventerà rosso e comincerà a gonfiarsi di centinaia di volte rispetto all'attuale disco. Questo processo apporterà inevitabilmente dei cambiamenti all'interno del sistema solare, nel senso che il Sole che si gonfia attrarrà a sè, uno ad uno tutti i pianeti che oggi gravitano attorno a esso.
Gli scienziati asseriscono questa "catastrofe" sia sulla base delle "leggi" fisiche che sulla base delle osservazioni di altre stelle che già hanno avviato -ed altre che hanno in corso e addirittura altre che hanno concluso- il processo da noi tratteggiato.

Noi ad occhio nudo non cogliamo questi fenomeni, ma gli scienziati controllano moltissime "stelle rosse" che hanno intrapreso il tipo di evoluzione.
Che ne sarà quindi del Sole ?
Esso, alla luce delle osservazioni di altre stelle, resterà come un nocciolo che dopo aver attratto tutti i pianeti del suo sistema resterà ancora caldo, emetterà luce bianca incandescente, ma andrà rimpicciolendosi fino a ridursi, più o meno, alle dimensioni della Terra. Avrà una densità estremamente concentrata (una tonnellata per centimetro quadrato). Da stella che era, il Sole diventerà una "nana bianca", non avrà più combustibile da bruciare e si raffredderà lentissimamente e diventerà via via scura, fino a diventare una "nana scura".
L'uomo ha scoperto le "nane bianche" a metà dell'Ottocento. Per decenni la fisica non si capacitava dell'origine di questo tipo di astro. Nel 1930 grazie agli sviluppi della meccanica quantistica e agli studi di Enrico Fermi sui gas molto densi fu l'astrofisico indiano Chandrasekhar  a spiegarne natura e consistenza.
Da quando la nostra Galassia esiste, l'evoluzione delle stelle simili al Sole (che sono la maggioranza) ha prodotto circa dieci miliardi di nane bianche, che ormai vengono chiamate "cadaveri stellari" sparsi nello spazio.
Chandrasekhar nel 1983 ottenne il premio Nobel per la fisica.

1 commento:

  1. Molto interessante il dossier sul potere che si trova nell'ultimo numero di Focus: lo consiglio a tutti.

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