Storia, chiesa, statua, tradizioni,
quartiere (parte II)
Premessa - Il
mese di luglio richiama alla mente dei contessioti più anziani principalmente
il culto popolare dedicato a santa Rosalia, cui é intitolata una chiesetta
rurale nella contrada omonima, ad Est del vecchio centro abitato.
Di
seguito viene esposto sia quanto riscontrato nei documenti consultati, sia
quanto ascoltato dalla viva voce delle persone, che conservano vivo il ricordo
delle tradizioni, sia infine quanto attualmente si può constatare nel quartiere
S. Rosalia.
I
dati e le notizie riportate riguardano
principalmente la storia, la chiesa, la statua, le tradizioni e le
funzioni religiose dedicate al culto di S. Rosalia a Contessa Entellina.
Santa
Rosalia - Rosalia Sinibaldi, vissuta nel secolo XII e morta il 4 settembre
1160 in una grotta sul Monte Pellegrino, era una ricca e nobile fanciulla di
Palermo, di origine normanna e discendente dalla famiglia di Carlo Magno. Il
suo culto, sorto nel secolo XII, si diffuse nei secoli successivi in tutta la
Sicilia, specialmente dopo che le sue reliquie, trovate nel 1624 e portate in
processione, guarirono dalla peste la città di Palermo, di cui è patrona dal
1666.
Storia - La
chiesetta dedicata a S. Rosalia, fino ai primi decenni della seconda metà del
secolo XX, si trovava fuori dal centro abitato, sulla strada rurale, che porta
verso le varie contrade del feudo Serradamo.
Tutto
il terreno comunale attorno alla cappella era stato sempre utilizzato dai contadini
e dai pastori come deposito di rifiuti (concimaie e discarica).
Fino
alla seconda metà del secolo scorso la strada, che transitava davanti la
cappella, era in terra battuta e nelle
sue vicinanze non sorgevano abitazioni. Solo in alto, dove degradano ad Est le
colline Brinjat, vi era un casolare abbandonato, chiamato “Shpia zonjës
Marianës”, di cui rimangono ancor oggi pochi resti.
Attorno
al 1950 l’area, che circondava la cappella, fu recintata e alberata con un
intervento comunale e fu affidata a due coniugi anziani (zu Calicchiu e gna Vita), che vi costruirono una capanna di
pietre e canne e coltivarono per alcuni anni il terreno.
Dopo
il terremoto del 1968, su questo terreno comunale sorsero alcune baracche,
utilizzate dai contadini come stalle o depositi (legna, paglia, fieno e
attrezzi agricoli).
In
tempi recenti tutta l’area attorno alla cappella S. Rosalia, a seguito di vari
interventi dell’Amministrazione comunale, é stata notevolmente migliorata:
sistemazione delle strade, costruzione di nuove abitazioni, giardini pubblici
attrezzati con verde, panchine e giochi per i bambini, ecc.
Chiesa - Prima che fosse
costruita l’attuale chiesa dedicata a S. Rosalia, che sorge a destra della
strada che porta verso il feudo
Serradamo, ad Est del centro abitato, esisteva una piccola edicola
votiva, che custodiva l’immagine della santa, dipinta su otto mattoni di
terracotta, fissati sul muro.
Essendo
già in pessime condizioni attorno al 1846, quando fu ricostruita dal parroco latino Leonardo
Lala, in assenza di riscontri documentati antecedenti, si può presumere che
questa edicola fosse stata costruita da alcuni fedeli devoti all’inizio del
secolo XIX. La nuova cappella ebbe però vita breve, perché divenne
completamente inagibile dopo pochi decenni.
Epifanio
Viviani, molto devoto di S. Rosalia, allora costruì una nuova cappella, di
dimensioni più grandi, in un luogo più adatto, poco distante dal sito dove
sorgeva l’antica nicchia ormai diroccata.
La
costruzione della nuova cappella fu
avviata dopo il 1880 e si presume terminata attorno al 1890 (la data
1883 é scolpita sull’arco in pietra della porta esterna e la data 1890 è riportata sul cancello in ferro). I lavori
per la sistemazione dell’area circostante alla cappella continuarono ancora per
qualche anno, fino al 1893.
La
chiesa fu però aperta al culto dopo quattro anni. Fu infatti benedetta nel 1897
dal parroco latino, autorizzato dall’Ordinario diocesano di Monreale, essendo
sorti al riguardo dei dissidi tra il
clero latino ed il clero greco, come risulta dai documenti conservati
nell’archivio della parrocchia latina, raccolti dal parroco Nicolò Genovese nel
suo memoriale di 105 pagine, diviso in 17 capitoli. Due capitoli sono riservati
appunto alla chiesa di S. Rosalia ed in particolare il secondo (Questioni col
clero greco per la cappella di S. Rosalia) ed il nono (Benedizione della chiesa
di S. Rosalia).
La
nuova cappella presenta le dimensioni (lunghezza m.5,02, larghezza m.3, altezza
m.4,50) e le caratteristiche conservate fino ad oggi: navata unica con annesso
campanile e piccola sacrestia, cancello esterno
con aste di ferro, porta interna in legno, finestra con graticola, pavimento a
mattoni di marmo, altare in muratura sormontato da apposita nicchia,
dove é collocata la statua di S. Rosalia, una piccola nicchia su ciascuno dei
muri laterali.
All’esterno
due lunghi sedili semicircolari in muratura (uno a destra ed uno a sinistra)
originariamente si estendevano fino al sagrato, da cui scende una scalinata
fino alla sottostante strada, che va verso il centro abitato (a sinistra) e
verso il feudo Serradamo (a destra).
In
tempi recenti tutta l’area circostante è stata ristrutturata e notevolmente
cambiata, come di seguito viene descritto nel paragrafo dedicato al quartiere
di S. Rosalia. Durante i lavori di sistemazione dell’area circostante purtroppo
sono stati sottratti da ignoti alcuni oggetti che ornavano la chiesa e la
statua e precisamente: una collanina d’oro, una statuetta di Gesù Bambino,
quattro candelabri di legno, 14 quadretti della Via Crucis.
Recenti
lavori di manutenzione hanno notevolmente migliorato le condizioni generali
della chiesetta: eliminate le infiltrazioni dal tetto, imbiancatura delle
pareti interne, scala nuova per il campanile.
Epifanio Viviani - Una
lapide, posta all’interno della chiesa, sopra il portone, riporta il seguente
testo: “Epifanio Viviano, nato in Contessa nel 1841, edificò con suo denaro e
colla contribuzione dei concittadini questa chiesuola, arricchendola di una
statua, stucchi, marmi ed arredi sacri. Spirò nel bacio del Signore il 18
agosto 1915”.
Epifanio
Viviani era sposato con Fiorito Giovanna, che, rimasta vedova, fu assistita
dalla sorella Mattia Fiorito (sposata
con Montalbano Sebastiano), bisnonna di Cantone Maria Azzaretto, attuale
titolare del diritto di patronato religioso sulla cappella, come previsto
nell’atto di cessione alla Parrocchia latina (1897).
Statua e funzioni religiose - La
statua in legno di S. Rosalia, custodita e venerata nella cappella omonima, fu
scolpita a Napoli nel 1895 a spese di Epifanio Viviani.
La
statua fu provvisoriamente collocata nella chiesa parrocchiale latina, in
attesa che la nuova cappella fosse benedetta ed aperta al culto.
Nel
mese di settembre 1897 la statua fu finalmente portata, con una solenne
processione, dalla chiesa parrocchiale alla nuova cappella. Da qualche anno é misteriosamente scomparso
dalla cappella un “Bambinello” in gesso, deposto dentro una piccola urna, da
sempre esposta in una delle nicchie laterali.
La
chiesa all’interno non é ancora provvista di energia elettrica, anche se dal
soffitto pendono alcuni lampadari artigianali. All’interno della cappella sono
depositate anche 40 nuove sedie, recentemente donate da alcuni fedeli per
essere utilizzate durante le funzioni religiose. Per la processione viene
utilizzato un vecchio sgabello in legno, che necessita di un intervento di
restauro.
Nella
chiesa di S. Rosalia, aperta al culto dal 1897, le funzioni religiose vengono
celebrate solitamente in occasione delle ricorrenze liturgiche riguardanti la
Santa, richiamate anche nell’atto di cessione alla parrocchia latina.
Richiamati
dal suono delle campane, che durante tutto l’anno rimangono mute, numerosi sono i devoti di S. Rosalia
(anziani, giovani, ragazzi, donne, bambini), che animano le strade che portano
alla cappella di S. Rosalia ed il vicino piazzale, in occasione delle funzioni
religiose, celebrate nella sua cappella dal primo al 14 luglio (tardo
pomeriggio) ed il 15 luglio ed il 4 settembre (al mattino per la S. Messa).
Occasionalmente
nella cappella vengono anche celebrate delle S. Messe su iniziative di devoti
della santa, in particolari ricorrenze.
Nella
cappella inoltre vengono celebrate delle funzioni religiose quando la statua di
S. Rosalia viene portata in processione in occasione della festa (S. Messa,
Vespri, processione, banda musicale, fuochi artificiali, ecc.), celebrata dalla parrocchia latina unitamente
alla festa di S. Antonio di Padova.
La
festa e le altre funzioni religiose, temporaneamente sospese dopo il terremoto
per i necessari interventi di restauro, da qualche tempo sono state
regolarmente ripristinate e così ogni anno i contessioti possono continuare a manifestare la loro
devozione a S. Rosalia, secondo l’antica tradizione .
Per
la recita del rosario nel mese di luglio, essendo il tempo con temperatura mite
e piacevole, davanti alla porta della cappella viene sistemato un tavolo,
coperto da una tovaglia bianca, su cui é esposta una teca con una reliquia di
S. Rosalia. I fedeli si dispongono sul piazzale che circonda la cappella.
Inizia quindi la recita del rosario. Si segue lo schema del rosario dedicato
alla Madonna, ma con preghiere diverse: invece dell’Ave Maria, chi guida la
preghiera canta “diecimila volte lodiamo S. Rosalia” ed i fedeli continuano
cantando “lodiamola in tutte l’ore,
figlia e sposa del Signore”. Si va avanti così per dieci volte e si conclude
col canto “Verginella Rosalia, dai
flagelli del Signore, ma più ancor da
colpa ria serba intatto questo cuore” ed il secondo gruppo continua
“Rallegrati al tuo favore pellegrini in
questa via, grideremo con tutto amore: Viva Santa Rosalia!”.
Quindi si ricomincia ripetendo “Ventimila volte lodiamo S.
Rosalia”, poi ”trentamila”, “quarantamila”, “cinquantamila”. Segue
l’invocazione recitata dal parroco, che benedice i presenti con la reliquia di
S. Rosalia.
Mentre i fedeli baciano la reliquia i presenti cantano una inno
dedicato a S. Rosalia.
(S. Rosalia - continua)
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